di Maria Nerina Galiè
L’influenza è una specie di dazio da pagare nelle stagioni fredde e può anche far paura perché colpisce tutti, senza distinzione. Nella maggior parte dei casi passa da sola dopo una settimana, 10 giorni al massimo, in altri può portare a complicanze soprattutto nei cosiddetti soggetti “fragili” come i bambini o, soprattutto, gli anziani. Prevenirla con il vaccino è caldamente consigliato. Così come renderle la vita difficile, rispettando alcune semplici regole igieniche. Spesso però ci troviamo impreparati di fronte a febbre alta, spossatezza e mal di gola. E ricorriamo al medico di famiglia, magari pretendendo un antibiotico. «Conoscere il nemico» è più che mai utile come affermano Ilenia Silvestri e Cristiana Saporosi, tra i medici di “Una mela al giorno”, la trasmissione di Radio Ascoli in onda il giovedì alle 16 con cadenza quindicinale, affiancate dal medico di medicina generale Franco Ragneni.
I SINTOMI – «L’influenza è provocata da un virus che infetta gola, naso e polmoni», esordisce la dottoressa Silvestri che aggiunge: «Può capitare che sopraggiungano patologie batteriche, che però vanno trattate in maniera diversa o che, in concomitanza con il male di stagione, si diffondano altri virus parainfluenzali». E’ la Saporosi a spiegare come si manifesta la tipica influenza: «I sintomi più diffusi sono l’insorgenza improvvisa della febbre, anche molto alta, stanchezza, tosse. Si aggiungono di frequente mal di testa, perdita dell’appetito e mal di gola, ma anche vomito, nausea e diarrea».
COME SI PREVIENE – Il virus si trasmette tramite le secrezioni respiratorie, quindi per via aerea, con starnuti, colpi di tosse, o semplicemente parlando vicino a qualcuno. Si diffonde anche in forma indiretta, perché le goccioline si depositano su oggetti e superfici. Poche e banali precauzioni possono ostacolare l’avanzata del virus. «Durante il periodo di picco dell’influenza – consiglia la Silvestri – evitate luoghi affollati. Poi lavate frequentemente le mani, con acqua e sapone oppure con salviettine o soluzioni detergenti. Se non avete le mani pulite non toccate occhi, naso e bocca. Quando starnutite o tossite utilizzate un fazzolettino che poi dovrete avere cura di buttare. E’ bene areare regolarmente le stanze dovesi si soggiorna».
COSA FARE IN CASO DI MALATTIA – Quando si ha l’influenza è necessario stare a casa, avvisano i medici. Quindi niente viaggi, né lavoro o scuola, sia per ridurre il rischio di complicanze che per evitare il diffondere della malattia. Non sempre però è necessario ricorrere al medico di famiglia e, udite udite, imbottirsi di antipiretici o, peggio, di antibiotici. Ragneni spiega infatti che il virus è termolabile, cioè si indebolisce con il caldo: «Il raffreddamento delle prime vie respiratorie – per usare le sue parole – favorisce l’ingresso del virus nell’organismo che reagisce proprio con la febbre». «La febbre – sottolinea il medico – è nostro alleato contro l’influenza, non va contrastata in modo violento. L’aumento della temperatura combatte il virus a attiva le difese immunitarie. Se si è in buono stato di salute, basta un blando antipiretico». Silvestri e Saporosi poi ricordano «il riposo, a cui vanno associati una dieta prevalentemente liquida e leggera, e l’evitare di esporsi a bruschi sbalzi temperatura. Volendo si può anche ricorrere ai rimedi della nonna».
LE PERSONE A RISCHIO – Bambini, pazienti affetti da altre patologie anche croniche, ma soprattutto anziani sono a rischio di complicanze. «I nonnini – afferma la dottoressa Saporosi – hanno una ridotta risposta del sistema di termoventilazione. Specie se vivono da soli, controllate che stiano al caldo. Verificate che non abbiano mani e piedi freddi. Copriteli ed incoraggiateli a muoversi, anche con semplici e ripetitivi gesti. Il freddo è amico del virus. Prestate anche attenzione alla diuresi, nei pazienti più in là con gli anni, e controllate la cute. Potrebbero essere campanelli d’allarme per la disidratazione, in quanto gli anziani hanno una minore percezione anche della sete. Attenzione pure alle eventuali variazioni dello stato di coscienza».
QUANDO SERVE L’ANTIBIOTICO – «L’uso eccessivo di antibiotici determina l’insorgenza di ceppi virali sempre più resistenti -allerta Ragneni-. Deve essere il medico, eventualmente, a dire se occorre l’antibiotico dopo aver delineato il quadro clinico con un’attenta valutazione dell’apparato respiratorio e, se lo ritiene opportuno, anche con esami di laboratorio. Si sta rivelando molto utile in tal senso rilevare il dosaggio della proteina C reattiva nel sangue». Attenzione all’uso dei medicinali soprattutto nei pazienti anziani. In questo caso più che mai è sconsigliato il “fai da te”, perché ci sono anche i rischi di interferenze con farmaci presi ad esempio per patologie croniche.
Il prossimo appuntamento su Radio Ascoli con “Una mela al giorno” è per domani, 16 gennaio, alle 16,05. Con Ermanno Ruffini, primario di Pediatria dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, si daranno consigli ai genitori su come comportarsi in caso di febbre, vomito, tosse, raffreddore, vomito e diarrea nei bambini.
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