Una lettera al ministro Franceschini per evidenziare l’importanza di individuare la sede della nuova Soprintendenza Marche Sud a Macerata. L’ha scritta e inviata il presidente della Provincia Antonio Pettinari, che ha chiesto anche un appuntamento per esporre ed approfondire l’argomento rappresentando «anche a nome dei sindaci ed insieme ad una loro delegazione tale esigenza e necessità del territorio». Pettinari indica anche, vista «la complessità delle problematiche che il Mibact deve affrontare per mettere in atto l’importante decisione», la sede mettendo a disposizione per gli uffici della nuova Soprintendenza Marche Sud i locali già arredati di proprietà della Provincia in via Velluti a Piediripa.
Il presidente nella sua lettera specifica le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere al ministro e quelle che lo hanno portato ad indicare il capoluogo con nuova sede, dopo aver espresso il suo «più sincero apprezzamento per l’iniziativa politica ed amministrativa che condivido pienamente e che evidenzia e rende fattivo un interesse, Suo e del Ministero per i beni e le attività culturali ed per il turismo, per il nostro territorio – scrive Pettinari – che è dotato di un patrimonio culturale tanto ricco, eterogeneo e diffuso quanto bisognoso di interventi di tutela e valorizzazione, in particolare a seguito degli eventi sismici iniziati nel 2016».
Il presidente ribadisce: «Non posso dunque non evidenziare come il territorio della Provincia di Macerata comprenda 44 Comuni rispetto agli 85 dell’intera area del cratere della Regione Marche, dato che rende evidente come le necessità legate alle attività che dovremmo progettare e realizzare nel prossimo futuro, siano prioritariamente ed in maniera assolutamente più evidente legate a questo territorio – afferma-. Del territorio provinciale, del resto, ben 44 dei 55 Comuni, compreso il capoluogo, (pari all’80%) è inserito nel cratere e coinvolto nelle attività della ricostruzione e con essi, in forma quasi totalizzante, i professionisti e le imprese dei diversi settori. Se la scelta della Sede di un organo periferico dello Stato non può essere elaborata solo sulla base di, seppur improcrastinabili, emergenze, ma deve essere fatta in un’ottica di tutela, valorizzazione e sviluppo territoriale, le segnalo che il territorio della Provincia di Macerata è estremamente ricco in termini di patrimonio culturale mobile ed immobile con dati, anche numerici, che non hanno confronti e che la vicinanza della Soprintendenza consentirebbe meglio di inserire in adeguate politiche di sviluppo sociale ed economico».
Pettinari poi parla dei dati catalografici della Regione Marche, sottolineando che «sono più di 5.000 gli edifici di interesse culturale e più di 1.800 i siti archeologici riconosciuti e schedati, tutti secondo i modelli dell’Iccd, che insistono sul nostro territorio. Sono inoltre più di 110 i musei che i Comuni gestiscono nel territorio provinciale, un dato unico anche tenendo conto dei processi di autovalutazione messi in atto dalla Regione Marche.
Per quanto riguarda, ad esempio, i Comuni nel cratere dotati di musei (i dati provengono anche dalla ricerca “Nuovi Sentieri di Sviluppo per l’Appennino Marchigiano” commissionata dal Consiglio Regionale delle Marche alle quattro Università marchigiane in relazione al sisma del 2016), sono 37 nella Provincia di Macerata su un totale di 64 nella Regione Marche – evidenzia – Di questi si ricorda la proprietà statale dei musei archeologici di Urbisaglia e di Cingoli (gestiti dal Mibact-Polo Museale delle Marche), entrambi (il Museo di Urbisaglia è, peraltro, a tutt’oggi ancora chiuso per inagibilità), insistenti in territori di particolare rilevanza e potenzialità dal punto di vista archeologico ed il primo in particolare strettamente collegato al Parco archeologico di Urbs Salvia segnalato come unico, per valore archeologico ed ambientale, nel contesto marchigiano e, proprio per questo, uno dei primi in Italia ad aver elaborato uno “Schema Direttore per un Piano di Gestione” poi declinato, in collaborazione con la stessa Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Ancona, nei casi delle aree e parchi archeologici di Portorecanati, Macerata e San Severino».
Pettinari prosegue ricordando «la presenza dei due musei statali inseriti in un ricco “panorama museale”, che la nostra Provincia ha valorizzato anche in forma integrata grazie alla presenza dell’Associazione Museale provinciale, non è certo secondaria soprattutto nell’ottica dell’auspicabile sinergia tra Soprintendenza Marche Sud, Polo museale ed Enti territoriali con l’obiettivo di azioni integrate e mirate al rilancio delle economie dei territori toccati dal sisma attraverso proprio strategie di tutela e valorizzazione – dice il presidente- Tale ricchezza in termini di patrimonio culturale è del resto esplicitata anche dalla presenza nella Provincia di Macerata di due dei quattro Atenei marchigiani (Camerino e Macerata), gli unici due nelle Marche Sud, nonché la presenza nel capoluogo maceratese dell’importante Accademia di belle arti che, nel corso dei suoi quasi cinquant’anni di attività ha notevolmente contribuito ad innervare nel tessuto sociale la conoscenza e lo studio delle arti, sia con la propria offerta formativa e sia collaborando attivamente con le istituzioni pubbliche e private del territorio».
È proprio a partire da tali dati che Pettinari rappresenta «al di là di ogni valutazione che prescinda dai puri dati, ma a partire dalla necessità di una attività amministrativa il più possibile efficiente ed efficace», l’importanza che la sede della nuova Soprintendenza Marche Sud sia collocata nel capoluogo «dal quale, inserito nel cratere con maggior facilità si potrà organizzare e e realizzare il necessario compito di tutela e valorizzazione che la Soprintendenza sarà chiamata a svolgere – sottolinea – mi permetto a tal proposito di segnalare che Macerata, che ospita anche le sedi della Biblioteca Nazionale di Napoli e dell’Archivio di Stato, potrà offrire ai funzionari del Mibact quelle strutture che sono imprescindibili per svolgere il loro ruolo che è, prima di tutto, basato sullo studio e che non può dunque prescindere dalla disponibilità di biblioteche ricche di quella documentazione che dovrà essere a supporto delle loro decisioni. Macerata, grazie alla presenza dell’università (titolare tra l’altro di quattro concessioni per scavi e ricognizioni archeologici) è infatti, tenendo conto della presenza del “Dipartimento di Studi Umanistici” e di quello di “Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo” dotata di biblioteche altamente specializzate in archeologia, storia dell’arte e storia dell’architettura, oltre che sia su temi legati al management ed alla valorizzazione dei beni culturali, sia al territorio marchigiano in genere».
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