Furto, coltellate, danneggiamenti, schiaffi, pugni, morsi, statue distrutte e “dulcis in fundo” quattro carabinieri aggrediti a calci. E’ il bilancio di una giornata di ordinaria follia che ha visto come protagonisti, ognuno per le sue responsabilità, nel lontano marzo del 2012, due giovani sambenedettesi con alle spalle storie di furti e droga. Ma andiamo con ordine cercando di ricostruire la vicenda che lunedì mattina è stata al centro dell’udienza svoltasi in tribunale di fronte al giudice Marco Bartoli.
Tutto inizia con il malore della donna, difesa dall’avvocato Silvia Morganti, a causa di un’overdose di stupefacenti e il conseguente ricovero all’ospedale di San Benedetto. Secondo la ricostruzione dell’accusa, approfittando della sua assenza, entra in azione il compagno, difeso dall’avvocato Andrea Ciannavei, che, dopo aver sottratto le chiavi dalla borsetta, si introduce nella casa rimasta vuota asportando un pc portatile e altri oggetti. Da qui la reazione furiosa della giovane che, ripresasi evidentemente dall’overdose, si reca a casa del giovane aggredendolo con morsi, pugni e ferendolo con un coltello da cucina all’altezza della clavicola sinistra. La furia continua poi nel giardino dell’abitazione dell’uomo dove la donna inizia a sfasciare statue in gesso e altre suppellettili. L’uomo avverte poi i carabinieri che giunti sul posto riescono ad ammanettare la giovane che tuttavia, come raccontato in aula da uno dei quattro militari intervenuti, li colpisce con calci e pugni.
I due protagonisti dei fatti saranno ascoltati nel corso della prossima udienza. L’uomo deve rispondere del reato di furto con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando del malore della donna. La ragazza invece deve rispondere dei reati di lesioni, danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale.
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