«Esprimiamo grande soddisfazione dopo più di un lustro di vere e proprie battaglie portate avanti solo dal Sap (Sindacato autonomo di Polizia). Possiamo finalmente dire che la sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Ascoli è salva». Lo dice Massimiliano d’Eramo, segretario provinciale del Sap. Che poi aggiunge: «La notizia dello stop al piano di chiusura c’è stata data a livello nazionale direttamente dal prefetto Savina, responsabile della struttura di missione per la riorganizzazione del Dipartimento, e dal dottor Armando Forgione, direttore centrale per i servizi di specialità. Il nostro intervento – spiega – è avvenuto con ogni mezzo e a tutti i livelli per contrastare i tagli di personale e scongiurare le definitive chiusure di ben 54 sezioni provinciali, che nel primo progetto erano addirittura 75. Abbiamo fatto pubbliche denunce e campagne di sensibilizzazione, coinvolgendo politici e Governo».
«Il punto più basso si è toccato con le sforbiciate della legge Madia – continua d’Eramo – mentre la risalita è avvenuta con l’Esecutivo “giallo-verde” che, sposando le nostre battaglie, ha inserito nel programma di Governo il blocco della prevista chiusura dei presidi di Polizia e la valorizzazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Decisiva la determinazione dell’allora sottosegretario Molteni per il radicale cambio di prospettiva del Dipartimento della P.S. sull’importanza della Polizia Postale nel contrasto ai reati informatici da cui nasce il potenziamento del settore elaborato. Per questo siamo passati in meno di un anno dalla realtà di sezioni “virtuali” (azzerate o con appena due, tre operatori), al progetto di 73 sezioni per la sicurezza cibernetica ognuna con 14 unità. E questa prospettiva è indice di una improvvisa sensibilità alla questione, di una vera inversione di tendenza. La Polizia Postale e delle Comunicazioni – la conclusione del segretario del Sap – contrasta prevalentemente i crimini informatici. Tagliare e chiudere questi uffici avrebbe significato lasciare spazio ai criminali che in questo settore sono in continua crescita. Siamo soddisfatti di essere riusciti a far comprendere che le logiche di sicurezza devono prevalere su quelle dei ragionieri di Stato, abituati solo a tagliare».
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