di Renato Pierantozzi
Militari italiani deportati come “schiavi di Hitler” nei campi di lavoro nazisti sottoposti a durissime condizioni di vita dove morirono, come nel caso di Giuseppe Almonti o uscirono irriconoscibili agli occhi dei familiari al ritorno in Italia morendo poco dopo come Vittorio Capriotti. A distanza di 75 anni dalla liberazione del campo di Auschwitiz, una nuova richiesta di risarcimento danni alla Repubblica Federale Tedesca è giunta dai parenti di alcuni soldati internati durante il Terzo Reich.
Si tratta degli eredi dei deportati (Costantino Agostini, Settimio Durinzi, Vittorio Capriotti, Qurino Curzi, Giovanni Pasquali, Giuseppe Almonti oltre a Calisto Barbizzi, Attilio Giannetti e Pacifico Marini) che questa mattina (leggi l’articolo) sono stati premiati con la medaglia d’onore del presidente della Repubblica nel corso della cerimonia svoltasi in città alla presenza del Prefetto Rita Stentella e delle massime autorità civili e militari. Il ricorso invece è stato presentato dagli avvocati Annarita Gallo (nella foto a destra) di Offida e Lucio Olivieri di Grottammare per conto sempre dei familiari degli internati. L’udienza per la discussione è fissata per il 1 giugno di fronte al giudice Paola Mariani del Tribunale di Ascoli. Già in passato i giudici ascolani avevano condannato lo Stato tedesco a risarcire le vittime del nazismo anche se poi la Repubblica Federale non ha materialmente ottemperato alla sentenza. La stessa cosa è avvenuta anche in altre parti d’Italia con alcuni magistrati che hanno proceduto anche al pignoramento di beni tedeschi presenti sul suolo italiano. Il risarcimento richiesto, che supera complessivamente il milione di euro, certamente non potrà restituire la vita dei militari morti né cancellare il dolore per questi crimini di guerra.
“Giornata della Memoria”: medaglie d’onore a figli e nipoti dei deportati del Piceno (Le foto)
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