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“Restate a casa”, giorno due
Arriva il contagio ma si resiste
Il sogno: quarantena per i social

EMERGENZA CORONAVIRUS - Nel Piceno arriva il primo caso positivo e sui social scatta l'isteria da condannare. Per le strade invece ci si adegua in maniera coscienziosa, tra autocertificazioni e distanze. Il commovente lavoro di medici e infermieri
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Piazza del Popolo ad Ascoli nel pomeriggio di mercoledì 11 marzo

di Luca Capponi 

“Restate a casa”, giorno due. Il Piceno si risveglia contagiato. Arriva anche qui il primo caso positivo al Coronavirus. C’era da aspettarselo, in un modo o nell’altro. Meno attesa, invece, l’isteria social che ne è conseguita, quasi da caccia all’uomo, come in un subdolo “Indovina chi?”, questo sì davvero malato e patologico nel suo delirio. E poi messaggi, vocali, allarmi, disinfestazioni annunciate, “fonti certe”, complotti. Una lista che non finisce più, paragonabile solo alla sprovvedutezza di taluni. Quasi da indurre pensieri molto severi: se è isolamento, isolamento sia per davvero. Staccate Internet, spegnete i social. Se l’uso che se ne fa è questo, distorto e deviato, accavallato, teppistico e ingenuo, la provocazione ci sta tutta. Un sogno nel sogno, mentre si attende la fine di questa via crucis che ha rivoluzionato il nostro (piccolo) mondo.

Si va in giro in mascherina (foto Cicchini)

Ma se da una parte c’è il comportamento da stigmatizzare, ovvero la malsana ipnosi da smartphone/pc, dall’altra non può non balzare all’occhio come, da Ascoli a San Benedetto, nessuno escluso, ci si stia attenendo in maniera coscienziosa alle misure restrittive emanate nella serata di lunedì dal presidente del consiglio Conte. Ci si adopera davvero in ogni modo possibile. Le immagini parlano chiaro. Non c’è spazio per assembramenti. Chi si sposta da un comune all’altro riempie moduli di autocertificazione. Si sta a distanza. E ci si preoccupa per i più deboli, per i malati, per chi soffriva già da prima. Per i nonni, i nostri nonni. Era ora. Le attività commerciali si adeguano alle norme, pur tra mille difficoltà. Nell’aria c’è una civiltà, pur con qualche inevitabile ma rara eccezione, che forse non ci si aspettava.
Il Piceno resiste, con la tempra che viene fuori come sempre nei momenti più duri. Anche se il paesaggio resta spettrale, soprattutto in certi orari, da piazza del Popolo al lungomare della Riviera. La forze del’ordine controllano gli spostamenti fin dove possono, in maniera certosina. “Ce la faremo”, è la frase che torna. E che rimbalza soprattutto nei luoghi dove si combatte, tra tamponi, visite, guanti di lattice, camici, farmaci. Quello che stanno facendo medici, infermieri, operatori e personale sanitario, in tutta Italia, con turni massacranti, senza risparmiarsi, ci arriva come una manna in questi giorni isolati: ed è qualcosa che fa commuovere.

“Restate a casa”, giorno uno: scenari da film, ma è tutto vero Il Piceno all’ennesima prova

Cartelli esplicativi all’ingresso nei negozi

Il lungomare di San Benedetto (foto Cicchini)

Il parcheggio del centro commerciale “Al Battente” di Ascoli

 


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