di Bruno Ferretti
Quando una squadra perde tre partite di fila incassando 9 gol e finisce all’ultimo posto, è prassi normale per il tecnico (nell’Ascoli sono due) finire sul banco degli imputati. Restando al recente 0-2 con il Foggia le attenuanti ci sono: la contemporanea assenza di titolari importanti come Favilli, Buzzegoli, Mignanelli e Padella.
Resta il fatto che l’Ascoli gioca troppo per vie orizzontali e il suo possesso palla risulta sterile, quasi fine a se stesso. Sul piano agonistico, poi, ci sono evidenti carenze: il Picchio non aggredisce l’avversario consentendogli di effettuare il suo gioco.
Gli ultras della curva domenica scorsa hanno intonato cori contro la dirigenza in particolare l’amministratore Cardinaletti, attuale numero due della società, dopo il maggiore azionista Bellini che gli ha affidato l’incarico. Ma Fiorin e Maresca sono in discussione e potrebbero rischiare l‘esonero. L’Ascoli è atteso ora da tre partite piuttosto delicate: sabato prossimo a Parma, poi Cremonese in casa, quindi trasferta a Perugia. Non sarà facile, ma la situazione impone ai bianconeri di riscattarsi a Parma: un’altra sconfitta (sarebbe la quarta consecutiva) potrebbe costar caro agli allenatori che – si sa – pagano per tutti.
Restando nel campo delle ipotesi, se si dovesse arrivare ad un cambio tecnico, chi potrebbe arrivare in panchina? Il primo nome è quello di Massimo Silva che vive ad Ascoli. E’ esperto e conosce molto bene l’ambiente. Prima calciatore, poi allenatore, Silva è legatissimo ai colori bianconeri e anche domenica era al “Del Duca”. Silva nel campionato 2011-2012 salvò l’Ascoli da una retrocessione in Lega Pro che sembrava inevitabile, grazie a una clamorosa rimonta. Atri nomi che circolano sono quelli di Massimo Oddo (ex Pescara, cui è legato ancora da contratto), Serse Cosmi (lo scorso anno a Trapani) e Mimmo Di Carlo (ultima squadra lo Spezia). Per l’allenatore, come per tutte le cose più importanti, deciderà Bellini che a volte risulta imprevedibile.
Quando la maggior parte della tifoseria chiedeva l’esonero di Petrone, il patron gli prolungò di un anno il contratto, per poi esonerarlo poco dopo. Inoltre non mancheranno procuratori che proporranno nomi di tecnici per la panchina del Picchio. Insomma, siamo di fronte proprio a un bel rebus.
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