di Antonio Canzian
(consigliere comunale di Ascolto e Partecipazione)
Signor Vescovo, condivido appieno la sua volontà ed il suo impegno ad unire gli sforzi per non dividere la nostra comunità. Nell’esprimere qualche giorno fa alcune mie considerazioni, prendendo spunto da un suo video relativo alla delicatissima fase che stiamo attraversando, non ho chiesto (non mi sarei permesso!) una sua risposta o un incontro chiarificatore, al quale, peraltro, sono disponibile appena le misure restrittive in vigore lo consentiranno, pur restando convinto che in questo momento siano molto più importanti i comportamenti.
Vede, signor Vescovo, ogni persona di buon senso comprende perfettamente il peso della rinuncia per i credenti a riunirsi, assistere alla messa o semplicemente a ritrovarsi, ma è una rinuncia che riguarda tutti ed il cui scopo è quello di evitare che l’epidemia si diffonda ancor più nella quasi certezza (si fidi di me!) che il virus non cederà facilmente. Come Lei ben sa il nostro è anche il Paese dei Guelfi e Ghibellini. Anch’io, come Lei, ho ricevuto tanti, forse troppi messaggi di condivisione, ma non è certo questo il punto. C’è un brutto clima di scontro nel Paese che neanche questa emergenza epocale ha attenuato, e assecondare, seppur involontariamente, gli incendiari, mentre il paese è in fiamme, non la ritengo cosa buona e giusta.
Se l’attuale pandemia è drammatica nei suoi numeri (solo in Italia, ad oggi, oltre 200mila positivi e più di 27mila morti!), molti non ne hanno compreso la reale portata e Lei ne ha giustamente rilevato i risvolti personali, umani, sociali, economici e spirituali. Ecco perché il tempo che stiamo vivendo richiede a tutti gli uomini di buona volontà un grande senso di responsabilità, un linguaggio misurato e, come ha detto Papa Francesco, molta prudenza. Un saluto cordiale.
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