Nuove proiezioni, nuovo scontro. Da un parte la Regione, dall’altra l’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni e in mezzo l’ormai fatidica fase zero, il giorno cioè in cui non ci saranno nuovi contagi da Coronavirus. Secondo le nuove stime fatte dall’Osservatorio coordinato dal professor Walter Ricciardi e diretto dal dottor Alessandro Solipaca, le Marche dovrebbero arrivare a zero contagi verosimilmente a fine giugno, il 23 per la precisione. Cioè quartultima regione in Italia.
«Le proiezioni – spiega però l’Osservatorio – tengono conto dei provvedimenti presi da Governo e Regioni fino al 15 maggio, pertanto, non permettono di prevedere gli effetti sui nuovi contagi dovuti alla fine del lockdown».
Quindi potrebbe anche andare peggio del previsto. «La fase 2 – aggiunge sempre l’Osservatorio – metterà alla prova la capacità organizzativa delle Regioni e il buon senso dei cittadini, poiché interviene in un momento in cui i nuovi contagi sono ancora un numero a due cifre per 11 Regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto) e il rischio di una ripresa dell’epidemia non è trascurabile».
Apriti cielo. E così proprio come un mese fa, quando veniva indicato il 27 giugno e le Marche erano fanalino di coda insieme alla Lombardia per il raggiungimento della fase 0, la Regione non ci sta.
«Qui non si tratta di algoritmi e denominatori – tuona l’assessore regionale al turismo Moreno Pieroni – ma di tenere conto di dati reali o si danneggiano interi comparti economici come il turismo. Informazioni fuorvianti con previsioni che ritardano potenzialmente di un mese la circolazione da altre regioni verso le Marche. Sembra più un non volerci dare ragione».
«Siamo stati la regione con una curva di contagio che rasentava, ai primi di marzo, quella della Lombardia e siamo adesso la regione con l’indice più basso d’Italia già ai primi di maggio, la regione che ha chiuso la curva prima degli altri -continua Pieroni-. Ci sono 4 province su 5 che hanno raggiunto lo zero e una che lo sta raggiungendo. Segno evidente di una gestione dell’emergenza sanitaria ottimale e segno che il lockdown ha funzionato grazie alle misure prese e perché i marchigiani quando sono chiamati a collaborare lo fanno senza discutere, quei marchigiani che colgo l’occasione di ringraziare di vero cuore perché ce l’hanno messo davvero tutto il senso del dovere e della responsabiltà che li contraddistingue. E’ grazie a loro e al personale sanitario che ha fatto l’impossibile, che oggi possiamo stare più tranquilli, anche se sempre con la massima cautela».
Secondo Pieroni è assurdo che le Marche siano collocate nel rischio intermedio-alto come Piemonte e Lombardia. «Qui si tratta – aggiunge – di tenere conto della realtà effettiva, quella che si vive quotidianamente, dei dati accertati da un organismo serio come il nostro Osservatorio regionale che ha calcolato per le Marche un’uscita a fine maggio dall’indice di rischio, cioè ben un mese prima, per raggiungere quel dato considerato fondamentale per consentire la circolazione fra regioni».
«Se invece queste previsioni dell’Osservatorio ci continuano a collocare a fine giugno come data di uscita, significa non comprendere quale danno si crea in un settore per esempio come il turismo e tutto l’indotto che vi ruota attorno -è la prosecuzione-. Un segno che si legge più come un puntiglio a voler sostenere la validità di previsioni fatte un mese fa che un reale dato scientifico. Insomma più un non volerci dare ragione, che una previsione suffragata dai fatti».
E per concludere l’assessore al turismo alza anche il tiro. «Se il nostro Osservatorio regionale oltre che essere tempestivo nella trasmissione dei dati all’Istituto nazionale è anche efficiente nel sistema di monitoraggio – continua – occorre dargli credito e fiducia perché lavora in assoluta trasparenza. Non si può chiedere il trasferimento di dati e poi non tenerne conto perché qui, dopo la salute che abbiamo considerato da subito il bene primario, ora si sta giocando con il futuro economico di tante persone se si dichiara che le Marche usciranno dal contagio a fine giugno. E’ un’informazione penalizzante e non si comprende bene su quali basi. Diffondere certi messaggi è deleterio per molti comparti, dal turismo alle attività culturali, all’artigianato e al commercio».
«Proporrò quindi – conclude Pieroni – che la giunta regionale prenda in considerazione l’ipotesi che possano configurarsi gli estremi di un lucro cessante e comunque un danno indiretto alla comunità marchigiana prodotto da queste informazioni fuorvianti e irreali».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati