di Andrea Ferretti
Ha 27 anni e vive a Centobuchi il giovane che guidava l’auto che ieri, sabato 23 maggio, ha travolto e ucciso sul colpo, a Monsampolo del Tronto, il 59enne Divo Coccia, operaio, sposato e padre di tre figli. Una tragedia per la popolosa comunità monteprandonese visto che il destino ha voluto che sia l’investitore che la vittima (originaria di Monsampolo) abitassero nello stesso paese.
L’ARRESTO – Il 27enne è stato arrestato e il fascicolo è ora in mano al procuratore capo della Repubblica di Ascoli, Umberto Monti. In attesa della convalida, che dovrebbe avvenire lunedì 25 maggio al Tribunale di Ascoli, il giovane è stato condotto la notte scorsa prima nella caserma della Polizia Stradale di Ascoli e poi nel carcere del Marino. Ad assisterlo, fin dai primi momenti, un legale di sua fiducia.
LE AGGRAVANTI – In attesa che si pronunci la Procura, è comunque certo che dovrà rispondere di omicidio stradale, con un paio di aggravanti pesantissime: omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Se oltre all’alcol (è risultato positivo con un tasso pari a 1,49 grammi/litro) avesse poi assunto anche sostanze stupefacenti, lo diranno gli esami del sangue cui è stato sottoposto subito dopo l’incidente. Sarebbe un’ulteriore aggravante.
LE TRACCE – L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio, ma alle ore 22 gli investigatori della Polstrada ascolana lo avevano già in pugno. Il comandante della Stradale, Luca Iobbi, poco prima aveva diramato una sorta di identikit, affidandosi alla rete, dell’auto “fantasma” (suv di media grandezza, color bordò, danneggiato nella parte anteriore). E’ stato poi confermato trattarsi di una Dacia Sandero di quel colore con vetro anteriore e parte della carrozzeria pesantemente danneggiati per l’impatto con la bici del povero Coccia, centrato alle spalle mentre pedalava nei pressi dello svincolo della superstrada, in questi giorni tra l’altro chiuso per lavori.
LA SVOLTA – Alle ore 22 lo hanno ammanettato a Centobuchi grazie a un particolare, rivelatosi decisivo, delle immagini tratte dalle videocamere di sorveglianza. A tal proposito il questore di Ascoli, Paolo Maria Pomponio, ha ringraziato le autorità locali della zona del mortale sinistro, in particolare il sindaco di Monsampolo Massimo Narcisi e la Polizia Municipale che si sono adoperati subito per il reperimento delle registrazioni.
IL FOTOGRAMMA – All’inizio il quadro non era chiarissimo. I poliziotti della Stradale, che purtroppo ne hanno viste e ne vedono ogni giorno di tutti i colori, sono risaliti all’auto innanzi tutto grazie ai resti trovati sparsi in via Colombo, dove c’era ancora la bici accartocciata a bordo strada. Era quella che guidava Divo prima di essere ucciso dall’auto impazzita. Poi ecco il fotogramma che ha definitivamente risolto il giallo: l’auto con il parabrezza rotto e, soprattutto, targa visibile.
LE PAROLE DI IOBBI – La Polizia Stradale è risalita al proprietario, un familiare del 27enne. Quindi è stato un gioco da ragazzi andarlo ad arrestare a casa. «Esprimo la nostra vicinanza ai familiari della vittima – le parole di Luca Iobbi, comandante della Stradale nel corso della conferenza stampa tenutasi al’aperto nel piazzale della Questura – ma voglio sottolineare che fin dai primi istanti della tragedia, risolvere e dare un nome al responsabile è stato per noi un dovere sia professionale che morale».
IL RICORDO – Queste le parole del sindaco di Monteprandone, Sergio Loggi: «Divo sarà ricordato da tutti noi come un uomo altruista e generoso, sempre pronto ad aiutare tutti senza risparmiarsi mai. Socio fondatore dell’Avis locale e pilastro dell’associazione San Giacomo, ha dato tanto al territorio, soprattutto nel mondo del volontariato. Da parte mia e di tutta l’Amministrazione comunale, porgo le più sentite condoglianze e un forte abbraccio alla moglie Ida e ai figli Mirko, Mattia e Marika».
COSA RESTA – Di questa tragedia resta innanzi tutto il ricordo di Divo Coccia, un lavoratore, un padre di famiglia, un uomo impegnato anche nel sociale, ma restano anche due famiglie distrutte dal dolore: quella di Divo e quella del giovane di soli 27 anni che deve rispondere di un reato terribile per il quale sono previste pene molto severe.
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