di Renato Pierantozzi
Quando ripartirà lo smaltimento delle macerie del terremoto dai Comuni del cratere e in particolare da Pescara del Tronto? E’ l’interrogativo che aleggia soprattutto ad Arquata dove ci sono da rimuovere ancora decine di migliaia di tonnellate di macerie soprattutto della frazione distrutta di Pescara del Tronto. Lo stop alla raccolta sarebbe stato causato dapprima dall’emergenza Covid-19 con il blocco di molte ditte subappaltatrici del consorzio Cosmari e poi anche dai mancati pagamenti di alcune fatture milionarie. A sollecitare il ripristino dello smaltimento era stato il vice presidente del Consiglio regionale, Piero Celani, con una interrogazione presentata un mese fa alla Regione. A Celani è arrivata poi la risposta dell’assessore regionale alla protezione civile, Angelo Sciapichetti che ha confermato che mancano all’appello ancora le macerie di Pescara (circa 44.000 tonnellate), mentre negli altri Comuni come Acquasanta e
Montegallo sono state raccolte sin ad ora rispettivamente 15.500 e 20.500 tonnellate. Riguardo alla copertura finanziaria, la Regione sin da novembre ha sollecitato il Commissario straordinario per sbloccare i fondi con l’ultima email inviata ad inizio aprile. La questione della mancata rimozione delle macerie di Pescara rischia di ritardare i lavori dell’Anas sulla Salaria nel tratto sottostante la frazione distrutta dal sisma dove al momento si viaggia a senso unico con semaforo. E’ pronto il progetto per mettere in sicurezza il “costone” protetto da un muro di container, ma con la “spada di Damocle” di migliaia di metri cubi di macerie sopra i lavori non possono certamente iniziare.
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