A quasi quattro anni dal primo evento sismico che ha devastato il centro Italia, già distrutto nella sua produttività e nella sua economia, le speranze di mettere in atto concretamente la ricostruzione si stanno riducendo al lumicino.
E’ questo il monito lanciato dal Collegio Geometri e Geometri Laureati di Ascoli.
«Diversi gli incontri della politica nazionale con le parti interessate alla ricostruzione, cittadini, amministratori locali, professionisti, imprese e uffici», commenta il presidente Leo Crocetti.
Che continua: «Ci sono stati innumerevoli tavoli di confronto con i diversi commissari e con gli uffici per la ricostruzione.
Al centro le strategie da applicare subito per avviare la ricostruzione degli immobili, l’attesa di emanazione di norme e delle continue appendici per chiarire contenuti a volte contraddittori, la rassegnazione e la consapevolezza della propria impotenza rispetto ad un sistema burocratico che con la sua inesorabile ragnatela soffoca e distrugge qualsiasi iniziativa».
«Si ha infatti il sospetto – prosegue Crocetti – che i tecnici restano ancora una parte concretamente propositiva in questa ricostruzione partita con pregiudizi nei loro confronti. Nonostante siano stati trattati con grandi disparità rispetto alle ricostruzioni dei terremoti delle Marche-Umbria, dell’Aquila, dell’Emilia.
La ricostruzione del centro Italia può risolversi se si ristabilisce un clima di fiducia reciproca tra tutte le figure interessate con la ricerca condivisa di iter procedurali snelli e concreti in grado di accelerare e ridurre i tempi necessari per la presentazione dei progetti e per la loro attuazione.
Con questo scenario descritto, l’emanazione di nuove norme è sempre vista con un certo sospetto».
L’ordinanza 100 voluta da Legnini, secondo il Collegio Geometri, ha l’ambizioso obiettivo almeno di superare tutte le criticità finora presenti, stimolando un rapporto di confronto costruttivo tra la parte pubblica e quella privata, tra gli uffici della ricostruzione, quelli comunali da una parte ed i professionisti dall’altra.
«In quest’ordinanza – aggiunge Crocetti- sono proposte: una procedura nuova per l’accesso ai contributi pubblici per la riparazione degli immobili danneggiati dal sisma; vengono fissati “tempi certi” nei vari passaggi del procedimento; si definiscono con chiarezza i compiti ed i ruoli che hanno gli attori della ricostruzione (tecnici, uffici della ricostruzione e comunali).
La novità più importante riguarda il ruolo che viene riconosciuto al professionista che, con la sua asseverazione e quindi sotto la propria responsabilità, verifica la conformità urbanistico edilizia del progetto, determina il contributo concedibile, attesta la congruità dell’importo dell’intervento e garantisce la coerenza dell’intervento con gli elaborati tecnici e l’utilizzabilità dell’edificio alla data del sisma».
È prevista, nel caso di esistenza di vincoli ambientali, paesaggistici e culturali, l’indizione di una Conferenza Regionale per l’acquisizione di pareri, autorizzazioni, “nulla osta” da parte degli enti preposti, compresa l’autorizzazione sismica.
«La nuova procedura – conclude il presidente – utilizza prevalentemente, per l’esecuzione dell’intervento ricostruttivo, il titolo abilitativo della Segnalazione Certificata Inizio Attività.
Una svolta importante ma che, considerata la delicatezza e la responsabilità che il professionista assume, necessita di una rilettura di alcune norme e dell’emanazione di linee guida, per interpretarle “insieme”, in modo da non esporlo come responsabile, all’eventuale arbitrio interpretativo di un qualsiasi funzionario pubblico.
Siamo quindi in un momento in cui è necessario che la parte pubblica e quella privata creino una “raccolta” dei casi possibili e rendere agevole e sinergico il percorso di tutto il processo ricostruttivo.
Sia nella fase propositiva del progetto, ma anche in quelle successive di controllo.
Questa è la vera sfida che, con regole chiare, noi professionisti, ci impegniamo a raccogliere, nella speranza però che con lo stesso spirito costruttivo essa venga scelta anche dall’apparato pubblico».
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