di Andrea Ferretti
Gli assassini conoscevano molto bene le sue abitudini. Sicuramente lo tenevano d’occhio da tempo e sapevano che a quell’ora si sarebbe trovato su quel tratto di ciclopedonale che costeggia il fiume Tronto, una pista frequentata da persone di ogni età, meta di tranquille camminate e pedalate, nella quiete, in mezzo alla natura.
Ma stavolta per Antonio Cianfrone non è stato così: i killer l’hanno atteso e lo hanno ucciso sparandogli.
La ciclopedonale è un luogo isolato solo in apparenza. Infatti ci sono testimoni che sono stati ascoltati dai Carabinieri. Altri saranno sentiti nelle prossime ore.
Dai racconti di alcuni di loro, sembra che i colpi esplosi dalla pistola non abbiano prodotto un rumore tale da richiamare l’attenzione. Ecco allora come la scelta di un’arma di piccolo calibro non sia stata casuale.
Addirittura sembra che i due killer abbiano atteso l’ex carabiniere a piedi, e non in sella alla moto, lasciata poco distante, pronta per la fuga.
Per raggiungere il posto è probabile che abbiano scelto una stradina di Piane di Spinetoli, sicuramente quella meno frequentata.
E anche questo lascia supporre che ci troviamo di fronte a un agguato pianificato nei minimi particolari.
Antonio Cianfrone è stato colto di sorpresa e non ha avuto modo difendersi, nè di fuggire.
Pare addirittura che sia stato colpito alle spalle, ma tutti i particolari emergeranno dall’autopsia che sarà effettuata all’obitorio dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli.
Poi tutto finirà sul tavolo del procuratore capo della Repubblica, Umberto Monti.
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