di Renato Pierantozzi
E’ apparso tranquillo anche se certamente sorpreso per l’arresto (leggi l’articolo) avvenuto dopo oltre un anno da quando gli era stato comunicato di essere indagato (febbraio 2019).
Questa mattina gli avvocati Luca Filipponi e Tommaso Pietropaolo hanno incontrato in carcere Leopoldo Wick, l’infermiere 57enne di Grottammare finito dietro le sbarre lunedì mattina con l’accusa di otto omicidi e quattro tentati (leggi l’articolo) nei confronti di ricoverati nella Rsa di Offida dove prestava servizio.
Continua a professarsi innocente, ribadisce di aver eseguito i trattamenti terapeutici che erano stati assegnati ad ogni ricoverato ed è preoccupato per i risvolti che questa storia sta avendo anche per la famiglia e per il suo futuro lavorativo.
Venerdì ci sarà invece l’interrogatorio di garanzia (leggi l’articolo) di fronte al giudice Annalisa Giusti che ha firmato l’ordinanza di 223 pagine che ha spedito Wick a Marino del Tronto. Proprio i legali stanno scandagliando pagina per pagina il documento per mettere a punto il ricorso da presentare alla stessa Giusti o al tribunale del riesame di Ancona per chiedere la scarcerazione.
«C’è un quadro indiziario, ma mancano all’appello comunque tanti elementi che riteniamo importanti», fa notare l’avvocato Filipponi. Nel mirino, in particolare, ci sarebbe anche il range temporale in cui sarebbero avvenute le somministrazioni che poi hanno determinato, secondo l’accusa, la morte dei pazienti, oltre al movente e ad altre situazioni in grado di alleggerire di molto la posizione dell’accusato.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati