Sono 2.800 i bambini e ragazzi tra i 6 anni e i 16 che dovevano essere vaccinati nel Distretto di San Benedetto durante la fase clou dell’emergenza sanitaria. Non è stato possibile.
«E’ il momento di recuperare. Si parte il 6 luglio», afferma il dottor Claudio Angelini, direttore del servizio di Igiene e Salute pubblica dell’Area Vasta 5.
Ad Ascoli dal 16 giugno al 3 luglio, nella Casa della Gioventù, sono stati recuperati 1.500 vaccini (su 2.000). I bambini di 6 anni continueranno nella sede distrettuale dell’ex Gil, in viale Vellei.
La campagna di massa ora inizia anche a San Benedetto.
La scelta di una sede in grado di garantire il distanziamento sociale è caduta sul Palazzetto dello Sport “Bernardo Speca” in viale dello Sport, dove è già tutto pronto.
Lì arriveranno i ragazzi accompagnati da un solo genitore. Sono stati previsti percorsi pedonali a senso unico. Si entra da un ingresso a ridosso del parcheggio. Qui è stato allestito il banco della registrazione: si lasciano i propri dati personali e ci si sottopone alla misurazione della temperatura. Una volta dentro, si esegue il counseling prevaccinale.
Quindi esegue la vaccinazione e a tale scopo sono state allestite diverse postazioni. Dopo la puntura il vaccinato si accomoda, per 10-15 minuti nelle poltroncine post vaccinali quindi esce dalla parte opposta all’ingresso.
Si inizia con i nati nel 2007-2008 con il vaccino contro l’ Hpv (Papilloma virus).
Saranno poi inviati i 16enni per i richiami obbligatori (difterite, pertosse e tetano).
Per entrambe le fasce d’età sarà possibile vaccinarsi anche contro il meningococco A, C, W, Y.
I bambini di 6 anni invece saranno chiamati a recarsi negli ambulatori territoriali del Distretto di San Benedetto, nelle date indicate nella lettera d’invito, e che, grazie all’iniziativa che sarà portata avanti nel Palazzetto dello Sport e rivolta ai più grandi, non saranno affollati.
L’appello ai genitori a non far saltare l’appuntamento ai ragazzi convocati arriva direttamente dal dotto Angelini: «Le vaccinazioni sono una componente fondamentale dei servizi sanitari e una loro interruzione, anche se per un breve periodo, porterebbe a un accumulo di persone suscettibili e a un maggiore rischio di epidemie per malattie che si possono invece prevenire con il vaccino. È importante pertanto ridurre al minimo questo rischio, soprattutto in un sistema già provato con quanto accaduto con il Covid».
m.n.g.
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