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Acquaroli sulla “Cena fascista”:
«Non avevo visto il ridicolo menù»

POLITICA - Dopo l'attacco di Enrico Mentana, il candidato alla Regione Marche precisa di essere andato via prima che ci si mettesse a tavola. «Spero che la campagna elettorale torni ad essere incentrata su temi e programmi per rilanciarla e non su falsità diffamatorie»
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Francesco Acquaroli

Francesco Acquaroli, candidato del centro destra a governatore della Regione Marche, non incassa il colpo di Enrico Mentana che ieri, 15 luglio, è tornato sulla “cena fascista” di Acquasanta.

E lo ha fatto rilanciando un articolo scritto lo scorso ottobre in cui si chiedevano la dimissioni del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, per aver partecipato all’evento. Lo stesso sindaco, successivamente, aveva preso le distanze (leggi qui).

E’ lo stesso direttore di Open a diffondere la lettera ricevuta da Acquaroli.

«Sono stato invitato a una cena ad Acquasanta e come sempre ho fatto del mio meglio per essere presente.

Enrico Mentana

Ma dovendo conciliare questo evento con altri sono passato quando la cena non era ancora iniziata, ho parlato velocemente di infrastrutture e ricostruzione e sono andato via.
Mentre la fatidica cena era in corso io mi trovavo a oltre un’ora e mezza di distanza ad un incontro nella Parrocchia di San Girio alla presenza di decine di fedeli e autorità religiose.

Non essendomi mai seduto, non ho visto il ridicolo menu che qualche residuato fuori dal tempo aveva deciso di mettere sul tavolo. Ma una volta appresa la notizia ho immediatamente preso le distanze.

Gli argomenti da me trattati ad Acquasanta in ogni occasione sia stato presente sul territorio sono legati alla ricostruzione post sisma e ai numerosi interventi parlamentari in sostegno della mia regione.

Sfido chiunque a trovare un solo mio atto istituzionale in 21 anni di attività politica da consigliere comunale, regionale, sindaco e parlamentare in qualsiasi modo accostabile a fascismo o razzismo.

Chiunque oggi provasse a diffondere idee antisemite o contrarie al libero confronto democratico mi avrebbe come feroce avversario.
Sono nato nel 1974 e non ho alcuna nostalgia del passato.

Milito in un partito che ha votato senza difficoltà la mozione di condanna di ogni regime totalitario. Mozione sulla quale la sinistra italiana ha invece espresso molti distinguo e imbarazzi.
Spero davvero che la campagna elettorale della regione Marche torni ad essere incentrata su temi e programmi per rilanciarla. Cono certo saprà (sempre rivolto a Mentana, ndr) evitare il tentativo di strumentalizzarla da parte di chi vorrebbe incentrare la campagna elettorale su falsità diffamatorie».

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