di Maria Nerina Galiè
Delle 82 persone che si sono trovate nel laboratorio analisi di San Benedetto nello stesso giorno della bangladese incinta e positiva, si sono presentati in 60 – oggi 16 luglio – a fare il tampone nella seduta a loro dedicata.
Tutti negativi i campioni esaminati fino ad ora (19,30).
«Qualcuno lo aveva fatto nei giorni scorso – spiega Claudio Angelini, direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5 – altri hanno detto che non lo faranno, in quanto sono passati lì, quel giorno (era il 6 luglio) prima dell’appuntamento della donna e per brevissimo tempo».
«In ogni caso – aggiunge – è remota la possibilità di trovare un positivo tra quegli utenti. Le misure anti Covid adottate sono efficaci».
Inoltre la carica virale della contagiata, cioè il fattore che determina il potere di infettare e di provocare sintomi violenti, è molto bassa aveva detto il dottor Antonio Fortunato, direttore del laboratorio di Biologia Molecolare del “Mazzoni” di Ascoli.
A preoccupare un po’ di più il direttore del Sisp sono le persone, originarie dei paesi a rischio (tutti quelli dell’area extra Accordo di Shengen, in particolare Bangladesh, India e Brasile in questo momento), che sono partite, appena possibile dopo il lockdown, per poi rientrare in Italia.
«I medici di famiglia hanno un ruolo molto importante nel conoscere queste situazioni. Ce ne hanno segnalati sui 25 fino ad ora. Ma potrebbero essere almeno il doppio».
Queste persone hanno l’obbligo di rilasciare un’autocertificazione. Qualcuno non lo fa. E’ il caso dei primi due nuovi positivi. La terza, la donna incinta, l’hanno contagiata loro un quanto vivono nella stessa casa a San Benedetto. Il quarto tornava pure dal Bangladesh e si è segnalato dopo quella che, di sua iniziativa, aveva stabilito fosse la giusta via da seguire.
«Sapendo chi sono questi cittadini – continua Angelini – li inseriamo nel sistema quarantena, che è poi quello che comunichiamo anche al Gores».
Nel bollettino di oggi i casi in isolamento sono saliti a 48 (vedi tabella sotto).
«Nel sistema quarantena sono sorvegliati dal servizio sanitario, per sapere se nel frattempo sviluppano sintomi. Ma i loro nomi sono anche comunicati a Prefettura, forze dell’ordine e sindaci dei Comuni di residenza o domicilio. Se vanno in giro, vengono sanzionati».
«Anche i positivi hanno l’obbligo di isolamento. Se sono loro ad uscire, il reato è penale».
Nelle Marche un’altro giorno senza decessi (vedi tabella sotto).
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