di Maria Assunta Mandozzi
(medico veterinario)
Il periodo estivo è sempre ricco di eventi divertenti e sereni. Il più delle volte perché associato alle ferie o alle vacanze o semplicemente a quel tempo che si ha in più per sé. Ma è sempre durante questo periodo che si registra il maggior numero di abbandoni di cani e di gatti, evento non solo negativo ma anche eticamente riprovevole.
L’abbandono intenzionale di cani e gatti, oltre ad essere un atto incivile e di inetta sensibilità, può comportare una serie di conseguenze che vanno dal randagismo (con sviluppo di colonie selvatiche senza controllo riproduttivo sia per cani sia per gatti ) al pericolo sociale ( aggressioni a persone ed altri animali, incidenti stradali, stragi di pollame…).
In tutta Italia è vietato l’abbandono intenzionale di un animale con abitudini domestiche o d’affezione e ciò vale non solo per cani e gatti ma anche per piccoli animali esotici (tartarughe, criceti, serpenti, iguane,…).
La normativa che regola le sanzioni sull’abbandono è l’articolo 727 del codice penale il cui comma 1 recita:“Chiunque abbandona animali domestici, o che abbiano acquisito abitudini alla cattività, è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro” .
L’abbandono è considerato dalla legge come maltrattamento animale quindi regolato anche dalla legge del 20 luglio 2004 n. 189 che sanzione uccisione, maltrattamenti e sevizie sugli animali in quanto “esseri che provano dolore”.
Detto questo è importante capire che l’adozione di un cucciolo (di qualsiasi specie o razza) comporta una responsabilizzazione del proprietario per l’intera vita del soggetto. Nessuno ci potrà assicurare che il cane non abbaierà disturbando il vicino, che il gatto godrà sempre di ottima salute, che la tartaruga rimarrà piccola nella sua vaschetta: gli animali sono esseri viventi con le proprie necessità , il loro sviluppo emotivo e comportamentale e, come per i bambini, siamo responsabili della loro salute fisica e psicologica.
Ancor di più siamo responsabili della loro vita riproduttiva. La causa maggiore di randagismo infatti è il mancato controllo delle nascite di soggetti.
Se per molti la sterilizzazione di cani e gatti è un atto contro natura, è pur vero che il proprietario di un animale domestico deve rendersi responsabile degli accoppiamenti e della prole: la sterilizzazione non è una pratica obbligatoria ma è obbligatorio, ed eticamente corretto, provvedere a tutte le necessità (vitali e di prevenzione) delle cucciolate.
Spesso molte campagne informative e di sensibilizzazione pubblica cercano di far capire l’importanza di bloccare in qualche modo il randagismo per sopperire alla mancanza di strutture atte ad accogliere cani abbandonati ( a volte difficilmente recuperabili psicologicamente) ma soprattutto evitare una vita in gabbia a questi soggetti.
Per porre fine a questo comportamento incivile e irresponsabile è necessario far comprender a tutti che l’adozione di un nuovo cucciolo (fosse anche di una tartarughina d’acqua comprata ad una fiera per il capriccio di un bimbo ) non deve essere fatta con superficialità e menefreghismo.
Prima di decidere di adottare un cucciolo di qualsiasi specie dovete porvi 6 domande importanti:
Se avete prontamente risposto senza problemi a queste domande potreste essere pronti ad adottare un cucciolo e naturalmente avrete tutto l’appoggio e i consigli del vostro medico veterinario di fiducia che vi deluciderà su cosa è meglio fare per l’ottima gestione del vostro nuovo amico.
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