di Andrea Pietrzela
Un appignanese porta ai vertici d’Europa l’Università di Perugia. Stiamo di Emidio Albertini, 50enne docente universitario e coordinatore di un lavoro di ricerca sulla genetica volto ad indagare il ruolo giocato dalla variazione del numero cromosomico nell’evoluzione delle piante.
IL PROGETTO – Il progetto, dal titolo “The polyploidy paradigm and its role in plant breeding” (“Il paradigma della poliploidia e il suo ruolo nel miglioramento genetico delle piante”) è il secondo coordinato dal docente appignanese ed il quarto, negli ultimi cinque anni, finanziato dal programma di borse di ricerca internazionale Marie Sklodowska-Curie. Lo studio ha avuto una delle maggiori votazioni (90.2 su 100) tra tutti quelli commissionate in Europa, confermando il gruppo di Genetica dell’Università di Perugia leader nel settore in tutto il continente.
LE PAROLE – «Organismi come l’uomo e gli animali hanno normalmente due set completi di cromosomi e mal sopportano la presenza di qualche cromosoma soprannumerario– ha spiegato il professor Albertini – Nel corso di millenni, invece, le piante hanno sviluppato un complesso sistema genetico che ha permesso loro di avere numeri multipli di asseti cromosomici che hanno conferito caratteristiche uniche». Questa, in parole comprensibili per chiunque, la spiegazione del progetto.
APPIGNANO – Il riconoscimento ricevuto dal professore di Appignano del Tronto è motivo di orgoglio per tutto il Comune. «Qui siamo tutti molto felici e orgogliosi – ci ha detto la sindaca di Appignano, Sara Moreschini – lui vive e lavora a Perugia, ma qui ha la sua famiglia e torna spesso.
Il lavoro di Emidio e gli obiettivi che raggiunge sono motivo di vanto e di lustro per tutta la nostra comunità».
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