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Il Covid non deve correre
tra i banchi di scuola, Angelini:
«Responsabilità e antinfluenzale»

PER IL DIRETTORE DEL SISP dell'Area Vasta 5, reduce da un incontro in Prefettura alla vigilia del 14 settembre, le classi sono tra gli ambienti più critici per la diffusione di un virus che si trasmette attraverso le vie aree e per contatto. Sostiene l'importanza del vaccino per facilitare la diagnosi differenziale e individuare subito eventuali situazioni a rischio. Ribadisce la sinergia tra tutti gli attori di questa prova del fuoco
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Nel riquadro, il dottor Claudio Angelini

di Maria Nerina Galiè

Siamo alla vigilia del primo giorno di scuola.

Prima ci sono state le vacanze estive passate tra paura e piccole trasgressioni alle regole anti contagio, che qualcuno sta pagando caro.

Ancora prima il lockdown che ha destabilizzato abitudini e metodo di studio, i primi a rimettersi in gioco per il bene di alunni e didattica sono stati gli insegnanti.

Ancora però sono tanti i timori di non riuscire ad arginare il virus.

Paure più che giustificate, al centro di numerosi incontri  tra dirigenti scolastici, amministratori comunali, insegnanti e genitori.

Su cosa si può o non si può fare. Per scovare aule “idonee” a garantire il distanziamento, contingentare gli ingressi, sdoppiare le classi e alternare la didattica in presenza con quella a distanza. Indicazioni su quando usare le mascherine. La misurazione della febbre a casa,  la segnalazione alla scuola per chi è assente per malattia, la comunicazione da parte della scuola alle autorità sanitarie se le assenze per malattia, in una stessa classe, raggiungeranno un numero ritenuto considerevole.

Insomma. Si sta sparando ad una mosca con un cannone?

Stando all’impennata dei numeri dei positivi negli ultimi giorni (leggi qui), scaturiti solo per aver abbassato un po’ la guardia, si direbbe di no.

E’ lontano dal sottovalutare il rischio anche il dottor Claudio Angelini, direttore del servizio Igiene e Prevenzione dell’Area Vasta 5, reduce da un incontro in Prefettura, proprio per ribadire i protocolli da seguire tra i banchi di scuola, da lunedì 14 settembre.

«La scuola è tra gli ambienti più critici e sensibili per la diffusione di un virus che si trasmette attraverso le vie aree e per contatto»afferma senza mezzi termini.

E ancora:  «Tra i banchi ci sono tutte le condizioni per favorire il contagio. Per l’età di studenti e alunni. Sopratutto i più piccoli. Per i tempi, lunghi, di convivenza in un luogo chiuso».

Ma il direttore del Sisp ha studiato, e condiviso con gli attori di questa prova del fuoco, protocolli che devono essere rispettati rigidamente e sui quali il controllo deve essere intransigente.

«Si deve creare una forte sinergia tra le 4 categorie direttamente coinvolte. Gli insegnanti e il personale Ata tra cui è stato delineato un referente Covid, il Dipartimento di prevenzione con cui relazionarsi per qualsiasi cosa, medici di famiglia e pediatri e in ultimo, ma il cui ruolo potrà essere determinante, i genitori di studenti e alunni.

Saranno questi ultimi a dover misurare la temperatura ai figli prima di mandarli a scuola. Ad avvisare se non vanno a scuola perché malati. A chiamare subito il medico per sapere come comportarsi. A tenerli a casa se indicato dal medico».

Poi c’è il vaccino antinfluenzale, nella cui importanza il direttore del Sisp crede fermamente (leggi qui).

«Ne è stato acquistato il 40 % in più rispetto agli altri anni. Tra un po’ saremo pronti per la somministrazione.

Oltre agli over 65, i vaccini saranno gratuiti per i bambini fino a 6 anni.

Ma dovrebbero farli tutti i ragazzi che vanno a scuola. Tra l’altro hanno un costo irrisorio.

Ci permetterà di fare una diagnosi differenziale ed agire subito in caso di sospetto».

 

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