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Miasmi, “Aria pulita” bacchetta Marchetti:
«Processo in corso, inopportuno
l’incontro con gli imputati»

CASTEL DI LAMA - Il comitato attacca il direttore dell'Arpa Marche. Il 24 settembre nuova udienza al Tribunale di Ascoli: sarà determinante la relazione dell’Agenzia ambientale. Ben 210 residenti si sono costituiti parte civile
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Una delle manifestazioni contro i miasmi a Castel di Lama

 

Il comitato civico di Villa Sant’Antonio e Castel di Lama “Aria pulita” continua la sua battaglia e in vista della nuova, attesissima, udienza del processo (fissata per il 24 settembre prossimo) sui miasmi emessi dal depuratore consortile, che vede imputati i vertici di Piceno Consind (proprietario) e Picena Depur (gestore), chiede chiarezza al direttore generale dell’Arpa Marche, Giancarlo Marchetti, sia sul suo recente incontro con due delle parti in causa, sia sul ruolo del dipartimento provinciale dell’Agenzia, determinante per l’esito del procedimento giudiziario.

Va ricordato che nella prima udienza ben 210 residenti della popolosa frazione, rappresentati dall’avvocato Anna Laura Luciani, si sono costituiti parte civile.

«Apprendiamo da una nota Arpam del 2 settembre scorso – si legge nella mail inviata dai componenti del comitato al direttore regionale –  che lei ha avuto un incontro con Fausto Latini e Domenico Procaccini, imputati del procedimento penale pendente al Tribunale di Ascoli Piceno, la cui prossima udienza ricadrà il giorno 24 settembre.

Come certamente le è noto, l’Arpam dovrà riferire al Magistrato se vi sia stata certa e definitiva cessazione degli odori molesti da parte del depuratore, che affligge da tempo la popolazione residente.

Da tale relazione Arpam sorgono conseguenze importanti per l’esito del procedimento penale e dunque per gli imputati».

«Alla luce di tale imminente scadenza – proseguono i residenti – ci ha dunque sorpreso, proprio per il suo ruolo di controllore, il suo incontro con gli imputati, avvenuto senza nessuna delle altre parti del processo penale, ovvero il rappresentante della Procura e le parti civili del processo.

Né in alcun modo può supplire, a tale lacuna, la presenza del sindaco di Castel di Lama, che non è parte civile e che quindi non può rappresentare i residenti di Villa Sant’Antonio di Ascoli Piceno.

D’altronde già gli imputati, nel luglio 2018, con scambio epistolare noto all’Arpam, ammettevano esplicitamente che, per far cessare gli odori molesti, occorrevano lavori ed interventi ai quali gli stessi non hanno mai provveduto».

Il comitato Aria pulita chiede quindi che non si facciano confusioni sulla fonte della puzza, peraltro accertata e certificata dalle relazioni Arpam, e che non si torni indietro rimettendo tutto in discussione.

«I residenti – si legge ancora nella mail al direttore Marchetti – più volte si sono recati personalmente nei pressi del depuratore a verificare se il depuratore fosse l’origine dei miasmi maleodoranti che ammorbano le loro case, ed ogni volta ne hanno avuto conferma. A ulteriore riprova va ricordato che la provenienza dei miasmi è stata in precedenza certificata dall’Arpam con relazioni scritte.

Resta inteso che la circostanza che anche altre fonti possano determinare altri e diversi odori molesti non esclude che quelli prodotti dal depuratore sono ormai da tempo riconoscibili e identificati dalla popolazione e purtroppo ancora persistenti.

La nota del 2 settembre scorso si espone a una interpretazione secondo la quale l’Arpam, nella sua persona, risulta aver addirittura concordato con gli imputati un controllo che tuttavia miri a porre in dubbio nuovamente la fonte odorigena.

Se così fosse, si arriverebbe al pericoloso paradosso che vede l’Arpam, nel mezzo di un processo penale, decidere insieme agli imputati un controllo volto a identificare una possibile responsabilità di presunti terzi, con rischio di gettare il dato nell’incertezza e con gli evidenti vantaggi che ne deriverebbero per gli imputati.

Siamo tuttavia certi dell’assoluta imparzialità dell’Arpam e della sua volontà di risolvere il problema e il disagio della popolazione, ormai esausta.  Ricordiamo infine che la relazione Arpam era stata richiesta dal Tribunale di Ascoli per l’udienza di aprile, e che in assenza di tale relazione sono stati già concessi due rinvii, e ogni rinvio va a favore degli imputati».

Cla.Fe.

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