Covid, tamponi ai sacerdoti della Diocesi di Ascoli: ma molti per libera scelta
EMERGENZA - Erano stati ad una due giorni nel monastero di Valledacqua dove c'era pure il parroco di Folignano risultato positivo. Alcuni sono stati chiamati dal Sisp perchè ritenuti contatti stretti, altri hanno scelto di fare l'esame in via precauzionale. Il sindaco Matteo Terrani denuncia un grave fatto di discriminazioni ai danni di una sua concittadina. Negativo don Francesco Mangani di Roccafluvione
Il Coronavirus fa paura tra la popolazione anche se i numerosi contagiati sono quasi tutti asitomatici o con sintomi lievi.
Preoccupa una diffusione che sembra ora difficile da arginare senza il lockdown, nonostante l’incessante lavoro del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5, con la ricostruzione dei numerosi contatti (in qualche caso anche una quarantina per contagiato), i tamponi e la quarantena, da rispettare anche di fronte ad un esito negativo del test molecolare.
Nel Piceno, solo nella giornata di ieri, ne sono emersi altri 15, tra cui il parroco di Folignano, don Joseph Katembwe (leggi qui).
Negativo invece don Francesco Mangani, parroco di Roccafluvione (leggi qui).
La notizia del sacerdote di Folignano, data apertamente in un clima di trasparenza e nell’interesse della popolazione dal sindaco Matteo Terrani e su espressa autorizzazione del religioso direttamente interessato, ha però sortito due effetti.
Uno pienamente condivisibile, in linea non solo con i protocolli di prevenzione ma anche con il senso di responsabilità.
Don Joseph i primi giorni della scorsa settimana – ovviamente quando nemmeno immaginava di essere stato esposto al virus – aveva preso parte ad una due giorni nel monastero di Valledacqua con tutti i sacerdoti, diaconi e religiosi della Diocesi di Ascoli.
Don Joseph in quell’occasione è entrato in contatto con qualche altro partecipante più che con altri.
I “contatti stretti”, definiti tali in base a requisiti ben precisi, sono stati individuati dal Sisp attraverso l’inchiesta epidemiologica, chiamati per il tampone e messi in quarantena.
Con altri non c’è stato pericolo di contagio per il Sisp.
Ciò nonostante questi ultimi – anche su consiglio del vescovo Giovanni D’Ercole – hanno scelto di effettuare ugualmente il tampone, a pagamento.
L’altro effetto che sta sortendo l’andamento della curva dei contagi a Folignano è stato giudicato inaccettabile dal sindaco stesso.
«Una signora – ha detto Terrani sulla pagina social – mi ha riferito di essere stata respinta dal personale di un centro di fisioterapia di Ascoli dove si era recata stamattina per una visita semplicemente perché era di Folignano.
Alcune ditte non hanno fatto entrare clienti folignanesi adducendo che nel Comune ci sarebbero centinaia di contagi, cosa ovviamente non vera.
Sono episodi gravissimi e vergognosi, frutto dell’ignoranza e delle amenità circolate in questi giorni su cui ci riserveremo di adire alle vie legali per procurato allarme.
Non permetteremo a nessuno di trattarci come appestati».