di Maria Nerina Galiè
L’arrampicatore soccorso a Colle San Marco, positivo al Coronavirus – e che sapeva di esserlo – ha gettato non poco scompiglio all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, dove è stato portato il 6 novembre scorso, dopo una brutta caduta avvenuta in località Passo del Lupo.
Nell’incidente l’uomo ha riportato diversi traumi tra cui una frattura al femore: doveva essere operato.
Per azzerare il rischio di contagio durante un intervento chirurgico, è necessario che questo avvenga in una sala a pressione negativa. Ma al “Mazzoni” quella stanza era già occupata da un altro paziente Covid in gravi condizioni.
Nel frattempo è rimasto diverse ore al Pronto Soccorso dell’ospedale ascolano, nell’ala dedicata ai pazienti contagiati, e – di fronte alla possibilità che venisse trasferito nel reparto pulito di Ortopedia – sembra che gli operatori sanitari si siano opposti fermamente.
Alla fine l’infortunato è stato trasferito al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, dove è stato operato.
L’episodio, che probabilmente porterà conseguenze legali alla vittima dell’incidente, ha confermato la criticità di posti letto per Covid e no Covid che sta attraversando in questo momento la Sanità picena.
Non è sfuggita a Mauro Giuliani, portavoce della Usb Sanità di Ascoli.
«La situazione sta andando fuori controllo e addirittura la Direzione Sanitaria nella giornata di ieri (venerdì 6 novembre, ndr), insisteva nel ricoverare un paziente politraumatizzato, positivo al Covid19 nel reparto pulito ortopedia di Asci Piceno e, per aggravare il contesto, il paziente positivo è stato fisicamente portato dal Pronto Soccorso Ascoli seguendo il percorso pulito fino al reparto di Ortopedia.
Gli operatori sanitari si sono dovuti barricare in reparto per impedirgli di entrare.
Così è troppo e si è superato il limite. Chiediamo a tutti gli attori dirigenziali e politici, dal direttore Asur al sindaco di Ascoli e all’assessore alla Sanità di intervenire.
E’ necessaria una assunzione di responsabilità politica che porti all’unica, improcrastinabile, soluzione possibile cioè, come Usb propone e richiede da tempo, di attivare, come fatto a marzo, quale ospedale Covid quello di San Benedetto del Tronto.
Altrimenti si rischia di mettere a rischio, addirittura di chiusura, l’intera struttura ospedaliera di Ascoli con atteggiamenti e azioni che nulla hanno a che fare con il rispetto e la tutela della salute della popolazione e della riduzione del rischio contagio».
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