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Lettera di Filisetti agli studenti,
protesta davanti all’Ufficio Scolastico:
«Dimissioni subito»

ASCOLI - Una rappresentanza del Fronte della Gioventù Comunista ha manifestato in via Dino Angelini a una settimana dal famigerato testo inviato dal direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale agli studenti: «Il ministro Azzolina deve immediatamente rimuoverlo, la retorica nazionalista nelle scuole non deve passare»
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Un momento della protesta

«Una settimana fa il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Marco Ugo Filisetti ha inviato agli istituti della regione in occasione del 102esimo anniversario dalla fine della Grande Guerra, una lettera che fa proprie le parole d’ordine del fascismo».

Marco Ugo Filisetti

E’ parte di quanto sostenuto dal Fronte della Gioventù Cominista, che oggi, con una rappresentanza, ha manifestato dinanzi all’Ufficio Scolastico Provinciale di via Angelini per chiedere le dimissioni di Filisetti, dopo il caso scoppiato la scorsa settimana a causa dell’ormai famigerata lettera inviata agli studenti.

«Filisetti ha esplicitamente esaltato i giovani morti nella Prima Guerra Mondiale come “eroi” e li ha indicati come esempio da seguire -dichiara Elisa Ferretti, rappresentante del liceo artistico “Licini” in consulta-. Come se non bastasse, nella stessa lettera ha citato Giovanni Gentile, ministro durante il ventennio, e ha continuato riprendendo in parte il discorso di Benito Mussolini in occasione della fondazione dei Fasci di Combattimento, nel 1919, concludendo con un “Presente!”, che viene solitamente accompagnato dal saluto romano».

«Il ministro Azzolina deve immediatamente rimuoverlo dall’incarico, la retorica nazionalista nelle scuole non deve passare -continua-. Non possiamo accettare che nelle scuole venga usato un simile lessico e tanto meno una tale retorica, che si rifa esplicitamente ai periodi più bui che le classi popolari hanno dovuto esperire nell’ultimo secolo».
«Non c’è nulla di eroico nella terribile carneficina del primo conflitto mondiale, è un falso storico affermare che i giovani parteciparono al conflitto e morirono con slancio volontaristico per la propria “Patria” -conclude la Ferretti-. Su tutti i fronti della guerra furono migliaia i soldati che decisero di disertare e di abbandonare quella lotta fratricida che oppose i lavoratori di tutti i paesi per gli interessi delle rispettive borghesie nazionali».

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