di Andrea Ferretti
Dal 1898 non era mai accaduto. Ma siccome 122 anni sono tanti, partiamo dal 1968, l’anno in cui l’Ascoli venne preso in mano da un nuovo presidente. A oggi nessuno aveva mai nemmeno osato pensare che certe cose potessero accadere. Ma sono accadute. Tralasciando i 70 anni di storia bianconera che precedettero la discesa in campo del Presidentissimo Costantino Rozzi, in questi ultimi 52 anni nessuno sulla sponda nord del fiume Tronto aveva mai ricordato due calciatori azzuffarsi per calciare un rigore, oppure un capitano che si toglie la fascia per passarla ad un compagno dopo aver effettuato il fatidico “testa o croce” (ma il regolamento che dice?).
La società continua a non parlare e il mondo se ne sta facendo una ragione. Di sicuro il popolo è più preoccupato per il Coronavirus e per le difficoltà economiche di non poter arrivare a fine mese. La scelta del silenzio stampa è sensata. Altrimenti qualcuno dovrebbe spiegare il teatrino della fascia da capitano. Ma cosa c’è dietro? La dimostrazione di essere un gruppo unito? La reazione alle critiche dei tifosi sulla scelta di Pucino (e non Brosco) capitano? Una scelta su cui pesa il fatto che il centrale non ha rinnovato, e a giugno il miglior difensore della B potrebbe andarsene a parametro zero? La fascia da capitano deve essere una scelta, comunque condivisa, fondamentalmente della società.
Pulcinelli dal 12 luglio 2018, in due anni e cinque mesi, ha cambiato sette allenatori. Cominciò con Vivarini (salutato dopo una salvezza molto tranquilla), ha proseguito con Zanetti poi esonerato, quindi altri due esoneri record (Stellone e Abascal), poi Dionigi con la salvezza che sembrava impossibile, quindi Bertotto esonerato pure lui, infine Delio Rossi. A parte Vivarini, degli altri ha fatto meglio di tutti Dionigi. E infatti non è stato confermato dopo ripicche e botta e risposta estivi fuori luogo.
L’Ascoli ha perso le prime due delle nove partite del mese di fuoco di Delio Rossi (4 dicembre-4 gennaio). L’esperto trainer può essere giustificato col Pescara (“ancora non conosce ancora i giocatori…”) ma non a Pisa dove: 1) ha sostituito i due esterni Chiricò e Cangiano che nei primi 19 minuti della ripresa erano stati i più pericolosi, gli unici a concludere nello specchio della porta avversaria, 2) ha bocciato Pierini dopo l’anonima prova col Pescara, l’ha riproposto da panchinaro a Pisa, l’ha mandato in campo, l’ha richiamato dopo 24 minuti. Mossa tattica o “punizione” per aver perso palla nell’azione del raddoppio pisano? Dopo la sostituzione, Pierini non l’ha presa bene: per un attimo abbiamo rivissuto l’incubo Ljajic. Ma vuoi vedere che Delio Rossi sta pensando di salutare tutti e andarsene? Molto dipende da come andrà a finire Cremonese-Ascoli.
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