di Andrea Ferretti
A distanza di dieci giorni dall’Operazione “Cipro”, la Polizia di Ascoli ha inferto un altro duro colpo allo spaccio di droga in città.
Ha infatti arrestato tre persone, accusate di spaccio di sostanze stupefacenti, chiudendo l’Operazione “Bianca Immacolata”, dove “bianca” sta per cocaina e “Immacolata” per la piazza ascolana dove avvenivano i… ritrovi.
Si tratta dell’ascolano di 35 anni A.M. e del 40enne P.N., campano di Caserta residente in città. La terza persona arrestata è il 27enne J.H., di origine macedone, residente in provincia di Macerata.
Quest’ultimo riforniva di droga gli altri due, i quali provvedevano a spacciarla ad Ascoli.
Le indagini, che andavano avanti da tre mesi, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Ascoli e condotte dalla Squadra Mobile della Questura ascolana. I poliziotti hanno accertato numerose cessioni di cocaina tanto che hanno anche identificato 25 “clienti”, quasi tutti ascolani.
L’abitudine del terzetto era quella di ritrovarsi in alcuni locali della zona di Piazza Immacolata, tanto che gli agenti hanno portato avanti le loro attività di controllo e osservazione recandosi a piedi nei luoghi cerchiati in rosso data la vicinanza della Questura con Piazza Immacolata.
Il macedone arrivava dal Maceratese rifornendo i due di circa 150 grammi al mese. Che, una volta confezionati, si traducevano in circa 300 dosi da immettere sul mercato cittadino.
I tre sono stati arrestati dalla Mobile di Ascoli, in collaborazione con i colleghi della Mobile della Questura di Macerata, eseguendo le misure cautelari (arresti domiciliari) emesse dal gip del Tribunale di Ascoli Annalisa Giusti.
Uno dei tre arrestati – P.N. – si trovava nella sua abitazione ad Ascoli, già agli arresti domiciliari. Questa estate, infatti, venne arrestato dagli stessi investigatori. Quella volta, vistosi scoperto mentre stava cedendo due dosi di cocaina, si rifugiò in casa. Poi, dopo aver gettato dalla finestra droga, soldi e un bilancino di precisione, tentò la fuga gettandosi dal balcone al secondo piano dello stabile finendo nelle braccia dei poliziotti che avevano circondato il palazzo. Che lo accompagnarono in ospedale poichè si era fratturato entrambi i talloni.
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