di Maria Nerina Galiè
Nulla a che vedere tra la prima e la seconda ondata della pandemia da Coronavirus nel Piceno, dove gli ospedali sono stati messi a dura prova ma – nonostante tutto – sono pronti per la terza ondata. Temuta, da scongiurare con grande senso di responsabilità durante le Feste, ma che non si può escludere.
E’ questo, in sintesi, quanto emerso nel corso di un incontro con il direttore di Area Vasta 5 Cesare Milani, Giancarlo Viviani direttore facente funzione del presidio unico ospedaliero del Piceno, Tiziana Principi direttore del Dea e della Rianimazione di San Benedetto e Carlo Marinucci, direttore di Radiologia e figura di raccordo tra i reparti Covid degli ospedali.
«I nostri operatori sono sul campo dal 22 febbraio – ha esordito Milani – sono stremati ed hanno diritto di lavorare con tranquillità. Nello stesso tempo, i cittadini devono essere rassicurati sulla qualità del servizio, Covid o non Covid».
L’occasione è stata voluta per puntualizzare che, nonostante numeri inaspettati di contagi nella provincia, la Sanità picena non è stata colta impreparata. Con San Benedetto pronto già dall’estate per rispondere al piano pandemico.
La dottoressa Principi: «Il Pronto Soccorso e la Rianimazione, con 2 posti in più (ne erano previsti 10) sono stati oggetto di lavori prima di altri ospedali regionali. L’unica differenza è che a primavera abbiamo ricoverato pazienti dal nord delle Marche. Stavolta i 12 posti, sempre pieni dal 28 settembre, sono stati tutti per l’Area Vasta 5».
Il Pronto Soccorso del “Mazzoni” è stato un punto nevralgico nella lotta al virus. Con l’apertura del reparto Pneumo-Covid, i pazienti sospetti che a marzo venivano mandati subito al “Madonna del Soccorso” che era esclusivamente per Covid, ora sono scremati ad Ascoli. Che non era attrezzato per il doppio percorso, nella Murg e nell’osservazione tecnica. Erano iniziati i lavori a fine settembre, poi bloccati per l’arrivo di numerosi malati. «Fino a 24 in un solo giorno», ha sottolineato Milani.
«Ma è finita. Con l’attivazione della Murg al Day Surgery. Ora potremo riprendere la ristrutturazione, anche perchè i pazienti sono molti meno rispetto ad un mese fa», ha riferito il dottor Viviani, ribandendo quanto già detto a Cronache Picene (leggi qui).
«Per come sarà organizzato – è sempre Viviani che parla – il Pronto Soccorso del “Mazzoni” avrà percorsi separati e la Murg, al momento autorizzata dall’Asur solo per i pre Covid, potrà curare i pazienti Covid in caso di necessità, di una terza ondata violenta, e sempre previa approvazione della direzione regionale».
Terza ondata che Cesare Milani vuole allontanare il più possibile: «Le Feste di Natale possono rivelarsi molto pericolose se affrontate con leggerezza» (leggi qui).
Poi i numeri nei momenti peggiori affrontati dalla Sanità picena durante questa seconda ondata.
I NUMERI – Nella prima ondata della pandemia da Coronavirus il Piceno se l’è “cavata” con 290 positivi complessivi e 13 decessi. E’ andata molto peggio in questa seconda con 4.221 casi e 99 decessi (dai dati del Servizio Sanità regionale) dal 1 luglio.
I DECESSI – Dal 2 ottobre al 10 dicembre le vittime negli ospedali della provincia di Ascoli sono state 81 (dati forniti da Area Vasta 5).
Ascoli il Comune più colpito con 24 persone che non sono sopravvissute alle complicanze della malattia da Covis, seguito da San Benedetto con 15. Le due città hanno più o meno lo stesso numero di abitanti ed è evidente che il virus ha colpito duro nel capoluogo di provincia.
Sempre dal 2 ottobre al 10 dicembre, Folignano ha contato 7 decessi, Grottammare 4, Cupra Marittima, Monteprandone e Offida 3.
Acquasanta, Castel di Lama, Maltignano, Spinetoli e Venarotta hanno pianto due persone ciascuna. Una per Acquaviva, Castorano, Colli del Tronto, Monsampolo, Ripatransone, Rotella.
Negli ospedali dell’Area Vasta 5sono deceduti anche pazienti di altre province delle Marche, 1 di Civitanova, 1 di Monte San Pietrangeli, 1 di Montefortino, 1 di Sant’Elpidio a Mare) e del vicino Abruzzo (1 residente a Sant’Omero e 1 a Valle Castellana).
I RICOVERI – Il 25 novembre negli ospedali di Ascoli e San Benedetto c’erano in tutto 101 pazienti Covid ricoverati. Oggi, 11 dicembre, sono 70. Nella terapia intensiva del “Madonna del Soccorso” solo il 28 novembre il numero dei ricoveri è sceso sotto a 10.
«E’ il reparto dove i pazienti rimangono più a lungo – ha spiegato la dottoressa Principi – e quello che per ultimo si svuota».
I regime di ricovero ordinario San Benedetto ha avuto 45 pazienti nell’ultima settimana di novembre, ora sono a 31 mentre ad Ascoli tra Pneumo-Covid ed altri reparti è stata sfiorata quota 25. Fine novembre è stato il momento più critico per la semi intensiva con 13 ricoverati a San Benedetto, per poi scendere sotto a 10 com’è oggi. Ascoli ne ha avuto massimo 8 i primi di dicembre.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati