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L’Arengo vuole privatizzare
le biblioteche e i messi comunali

ASCOLI - La delibera sarà discussa nel Consiglio comunale in programma lunedì 21 dicembre. Si cerca un gestore privato. Dall'operazione attesi risparmi per oltre 120mila euro derivanti dal costo del personale
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Continua la “strisciante” privatizzazione dei servizi comunali.

La biblioteca di Ascoli

Dopo le mense, gli asili nido, il metano e (in parte) la gestione dei rifiuti, ora tocca ad altri due asset del Comune di Ascoli che magari non generano reddito, ma almeno in un caso, con forte valenza simbolica.

Si tratta addirittura del servizio biblioteca comunale (sede centrale di Sant’Agostino e di Monticelli) e del servizio messi comunali.

La proposta di delibera per esternalizzare queste attività sarà discussa nel prossimo consiglio comunale in programma lunedì 21 dicembre alle ore 14.

In base alla proposta del Comune, che dovrà passare al vaglio della competente commissione consiliare, l’obiettivo è quello di rilanciare le biblioteche ricercando un gestore privato con l’ambizione, addirittura, di riaprire la sede di Campo Parignano chiusa nel 2015 dalla giunta Castelli e mai riaperta nonostante i buoni propositi.

Ora la sfida è ancora più ambiziosa come testimonia un passo del forbito documento istruttorio alla base del progetto di privatizzazione. «….Inequivocabilmente -si afferma nel testo firmato dalla responsabile del procedimento, la dirigente comunale Alessandra Cantalamessa– il raggiungimento di tali pretenziose e aspettative dell’ Amministrazione risulta interdetto all’attuale operatore comunale data la molteplicità di azioni richieste nella contemporaneità e la diversità intellettiva fra il facere per il quale è istanza e il facere quotidiano; quest’ultimo pur nel riconoscimento di una etichetta operativa risulta invero lontano da quel risultato ambizioso e di proiezione sociale che l’Ente intende perseguire e per tal motivo si connota come ultroneo rispetto al consueto svolgimento operativo di mero studio».

Stessa musica per il discorso relativo ai messi comunali. In questo caso l’obiettivo è quello di agganciarsi alla piattaforma digitale che intende sviluppare la Presidenza del Consiglio dei ministri per la spedizione dell’avviso di avvenuta ricezione e la consegna della copia cartacea degli atti oggetto della notificazione.

Dall’operazione il Comune si aspetta, complessivamente, anche una “convenienza economica” così stimata: costi del personale pari a 121.774 euro all’anno, oltre costi materiali, ammortizzatori ed usura strumenti, strumenti cartacei, abbonamenti e canoni “per la dimostrazione della bontà scelta”

rp


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