Il settore dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, pizzerie, catering e discoteche) è al collasso. Nonostante che anche nei giorni “rossi” posso essere aperti al pubblico con la vendita per asporto. Lo ribadiscono il presidente provinciale della Confocommercio di Ascoli ed il direttivo della Federazione pubblici esercizi.
«Questo diciamo ad un governo – affermano senza mezzi termini – che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle.
Siamo esausti e increduli. Chiusi, aperti con precauzioni, aperti a metà, poi a tratti, minacce di chiudere, promesse di aprire, chiusi a singhiozzo, infine, costretti all’offensivo gioco dell’oca delle festività 2020. In un imbarazzante cortocircuito politico tra centro e periferia, scaricato sulla pelle delle imprese di questa filiera».
Numeri che parlano da soli per i rappresentanti della categoria, penalizzata dalle stringenti norme anti contagio da Coronavirus.
«Ventidue dpcm, trentasei decreti, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato.
Chiediamo rispetto. E il rispetto non si traduce in ristori inadeguati e non calcolati sul fatturato delle festività natalizie, periodo fondamentale per i bilanci delle imprese della ristorazione. E non vengono affrontati né tantomeno risolti i problemi delle locazioni, dell’indebitamento e del sostentamento di imprenditori che non hanno garanzie, se non il proprio lavoro».
«Nonostante tutto, non ci arrendiamo – afferma Fausto Calabresi a nome dell’intera categoria – la salute è sicuramente la priorità ma riaprire è necessario. Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza, garantendo la salute dei nostri dipendenti e dei nostri clienti.
Chiediamo interventi urgenti e strutturali che diano alle nostre imprese un orizzonte chiaro e certo».
Per concludere con un messaggio rivolto ai tanti clienti e consumatori: «Non sappiamo più come dire alla politica che molti di noi rischiano di chiudere per sempre. Ci rivolgiamo quindi agli italiani: vi chiediamo di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate.
Anche nei giorni rossi, nonostante tutto, saremo aperti ed al vostro servizio con la vendita per asporto. La vostra gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro. Soprattutto a voi va il nostro augurio di Buon Natale».
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