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Nuovo ospedale dei Sibillini,
l’assessore regionale Baldelli
visita il cantiere di Amandola

AMANDOLA - Sui social, un lungo post dell'amministratore dell'ente di Ancona in cui però ha nominato solo il cantiere di Fermo senza fare invece riferimento all'ospedale dei Sibillini. Una svista che non è passata inosservata da parte dei residenti dell'area montana
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di Paolo Paoletti

Dopo il sopralluogo al cantiere del nuovo ospedale di Fermo, il neo assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli ha fatto tappa al cantiere dove sorgerà il nuovo nosocomio di Amandola, o meglio dei Sibillini. Anche in questo caso una struttura baricentrica che prende il posto del vecchio ospedale pesantemente danneggiato dal terremoto del 2016. 

Durante la visita Baldelli ha avuto modo di accertarsi dello stato dei lavori e della loro evoluzione. Il 17 marzo c’è stata l’aggiudicazione per l’affidamento dei lavori di ricostruzione del Nuovo Ospedale nel Comune di Amandola alla ditta Torelli & Dottori Spa di Cupramontana. L’obiettivo, già annunciato in passato dal presidente Ceriscioli, è quello di realizzare questa opera in soli 19 mesi invece dei 24 previsti dal progetto. Il costo complessivo previsto per la struttura è di 18,8 milioni di euro: 13,8 milioni saranno finanziati grazie alle risorse della Ricostruzione Sisma che la Regione Marche ha deciso di destinare alle opere sanitarie e gli altri 5 milioni sono una donazione della Compagnia petrolifera Rosneft. In merito al progetto il Gruppo Kos Santo Stefano ha presentato una proposta di sponsorizzazione che ha permesso di accelerare di molto i tempi relativi all’incarico di progettazione e di andare subito a bando, appena terminata la progettazione esecutiva, risparmiando molti mesi.

Dopo la giornata di sopralluoghi nel Fermano di ieri l’assessore regionale Baldelli ha fatto il punto della visita sui social, con un lungo post in cui però ha nominato solo il cantiere di Fermo senza fare invece riferimento all’ospedale dei Sibillini. Una svista che non è passata inosservata da parte dei residenti dell’area montana che da anni rivendicano una pari dignità sia a livello di infrastrutture che di presidi sanitari. 


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