Confinati in spazi angusti e accatastati all’interno di trasportini. Era una situazione gravissima quella in cui vivevano 859 cani di piccola taglia, scoperta dal Nucleo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo carabinieri Forestale di Ancona insieme alle Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza Wwf e della Legambiente di Ancona, coadiuvati dai volontari dell’Associazione Amici Animali di Osimo, che sono intervenuti in un allevamento a Trecastelli, nel senigalliese.
I carabinieri hanno riscontrato che gli animali erano detenuti in condizioni incompatibili tali da subire sofferenze gravi.
L’allevamento, che disponeva di strutture autorizzate per un massimo di 61 cani, confinava invece i piccoli animali «in spazi angusti, privati della possibilità di adeguato movimento e non adeguatamente areati. La situazione peggiore – spiegano i carabinieri – è risultata essere quella riscontrata presso l’abitazione annessa all’allevamento, nella quale sono stati rinvenuti circa 270 cani, molti dei quali chiusi dentro trasportini accatastati gli uni sugli altri o dentro contenitori in plastica in condizioni igieniche molto precarie.
Inoltre – proseguono – molti dei cani sequestrati risultano aver contratto la ‘Brucella Canis’, zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo».
Cinque persone sono state indagate dalla procura della Repubblica per i reati di “inosservanza dei provvedimenti delle Autorità Sanitarie e detenzione degli animali in condizioni di sofferenza”. Attualmente sono al vaglio da parte dell’autorità giudiziaria le eventuali responsabilità di altri soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda.
L’allevamento di Trecastelli, molto noto e particolarmente attivo nella vendita di cani di piccola taglia come chihuahua, barboncini e maltesi, aveva già subito dei provvedimenti di restrizione a partire dal 2018 sia nella movimentazione dei cani che nel numero dei cani allevati, in considerazione del limite imposto dall’autorizzazione.
e ordinanze sono state più volte reiterate, in particolare dal giugno 2020 a seguito dell’accertamento di un focolaio di Brucellosi di cui l’allevamento rappresenta l’unico focolaio conosciuto nell’Unione Europea.
Nonostante le ordinanze emesse, il numero dei cani è passato dai circa 500 accertati nel 2018, ai circa 700 nel novembre 2020 ed ai circa 850 accertati nel corso del sequestro eseguito qualche giorno fa e dei quali, la metà degli esemplari, risulta affetta da Brucellosi. La situazione, definita «gravissima», ha fatto scattare immediatamente il sequestro preventivo d’urgenza disposto dalla Procura dorica e convalidato dal gip Carlo Masini.
(Al.Big)
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