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“Libere tutte” di poter scegliere:
«Più sostegno alle donne
per una maternità consapevole» (Foto)

ASCOLI - Donne ma anche uomini, senza bandiere o slogan politicizzati, hanno risposto all'appello del gruppo spontaneo che ha promosso la manifestazione a difesa della legge 194, in contemporanea anche a San Benedetto. Una delle organizzatrici: «È stato come se avessimo risvegliato una coscienza cittadina che prima non aveva modo di esprimersi»
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La manifestazione in Piazza del Popolo di oggi pomeriggio, sabato 6 febbraio

 

Una piazza piena e festante ha accolto la manifestazione “Libere tutte – 194 Il diritto di scegliere”, promossa da un gruppo spontaneo nato negli ultimi giorni a seguito dell’annuncio, da parte della giunta regionale, di non favorire la somministrazione della pillola RU 486 nei consultori pubblici.

Circa duecento persone – ragazzi e ragazze donne, uomini e famiglie – si sono riunite alle 15 in piazza del Popolo (contemporaneamente a San Benedetto in piazza Giorgini) per difendere la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Le organizzatrici della manifestazione, cui hanno aderito ventotto associazioni del territorio, hanno esposto la scritta “libere tutte” e un manifesto riportante lo slogan “Difendiamo la sanità pubblica: giù le mani dall’aborto!”, mentre tanti cittadini hanno esibito cartelli di varia foggia, che recitavano messaggi come “Legge 194: indietro non si torna”, “Corpo mio – scelgo io” o il più creativo “Siete bellissime quando lottate per i vostri diritti”.

«C’è stata una partecipazione incredibile, grande e constante – racconta Cecilia Di Domizio, una delle organizzatrici (e rappresentante del collettivo Caciara)  – e quello che ci ha colpito è che si è trattata di una partecipazione attiva, con tanti interventi non solo di esponenti di movimenti o collettivi ma anche di singoli cittadini e singole cittadine.

Tra queste, una ragazza spagnola che ha  sottolineato il discorso della “sostituzione etnica” di cui aveva parlato Ciccioli. È stato come se avessimo risvegliato una coscienza cittadina che prima non aveva modo di esprimersi. Tutto è partito da un gruppo di donne che ha creato questo movimento, dando il via ad una vera e propria rete, dalla quale da adesso in poi potranno partire tante iniziative».

Una manifestazione a-partitica, promossa da componenti della società civile, ma cui hanno partecipato anche esponenti della politica locale e regionale.

Nel pubblico, ad esempio, Anna Casini, che in consiglio regionale non aveva mancato di far sentire la sua voce all’indomani della presa di posizione della giunta.

«La piazza è piena – afferma – e questa è l’unica cosa positiva di quello che sta succedendo. La destra cerca di far passare il messaggio che il centrosinistra (o chi oggi è sceso in piazza) è favorevole all’aborto. Nessuno di noi è favorevole all’aborto, noi siamo favorevoli ad una maternità consapevole e ad un’assistenza che è stabilita nella 194.

Un’assistenza e una vicinanza alla donna. Affinché possa scegliere. Affinché risolva i problemi che l’hanno portata alla scelta di abortire, per farla desistere.

Ma se questa donna, consapevolmente, decide dobbiamo starle vicino da tutti i punti di vista, anche quello psicologico, e soprattutto senza giudizio.

È una manifestazione venuta dal basso e orizzontale, trasversale, nel senso che la società civile, le associazioni, anche i partiti si sono mossi, e nessuno ha voluto però dare l’imprimatur, nessuno si è messo davanti, non a caso io sto in ultima fila. Non avevo detto neanche che avrei partecipato, perché fino all’ultimo momento pensavo di non poter esserci, invece mi fa piacere essere qui. Credo che questa reazione delle donne, e anche degli uomini (perché ne vedo tanti) sia l’unica cosa positiva di tutta questa vicenda».

Tante le persone che hanno scelto di far sentire la propria voce. Tra queste esponenti “storici” della sinistra ascolana come Valentina Bellini, che ha sottolineato come la denatalità non si combatta limitando l’accesso alla RU486, ma agendo sulle politiche del lavoro e sui servizi che permettano alle donne di conciliare tempi di vita e di lavoro, e donne giovani, alle prese con le prime scelte di vita. Tra queste, particolarmente taccante l’intervento di una trentenne straniera che ha sottolineato come l’opportunità di diventare madre dipenda, in modo imprescindibile, da un migliore accesso, per le donne, al mondo del lavoro.

 

 

 


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