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Biodigestore, il Pd lamense:
«Relluce ha già fatto la sua parte»

CASTEL DI LAMA - Il segretario della sezione locale del Partito Democratico, Stefano Falcioni, manifesta apertamente il dissenso dei dem nei confronti dell’ipotesi di realizzazione del nuovo impianto all’interno di una discarica già da tempo nell’occhio nel ciclone, smontando l’infausta ipotesi di un inceneritore sulla base di una legge regionale
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Non accenna a placarsi la polemica attorno al nuovo biodigestore sul quale lo scorso 20 gennaio la Regione ha espresso parere favorevole, scatenando le proteste di sindaci e cittadini di tutto il Piceno.

Dopo il netto rifiuto da parte della comunità di Force e di tutta la Valdaso di fronte all’ipotesi di collocazione nella frazione di San Salvatore (leggi l’articolo) e a seguito delle dichiarazioni di Paolo Prezzavento, rappresentante locale di Legambiente, che ha invece individuato nella discarica di Relluce – «sarebbe il male minore» – la location preferibile per la collocazione del nuovo impianto, la questione ha infatti assunto una certa importanza anche nella Vallata del Tronto, da anni costretta a fare i conti con i miasmi dell’ormai famigerato impianto di smaltimento rifiuti.

pd

Stefano Falcioni

A bocciare categoricamente l’opzione Relluce stavolta è Stefano Falcioni, segretario della sezione lamense del Partito Democratico, che dopo aver fatto il punto della situazione ribadisce come, visto il già significativo impatto sul territorio, la discarica della discordia non possa in alcun modo essere tirata in ballo nella querelle relativa al nuovo biodigestore.

«Tra le posizioni che hanno maggiormente attirato l’attenzione dei cittadini lamensi – dichiara Falcioni – spicca quella del portavoce di Legambiente, Paolo Prezzavento, il quale ha dichiarato che il biodigestore a Relluce sarebbe il male minore, invitando i cittadini del luogo a stringere i denti – come se già non lo avessimo fatto abbastanza -, e per rafforzare la sua teoria si è servito dello spauracchio della possibile alternativa rappresentata dalla realizzazione di un inceneritore, vietato da una apposita legge regionale nelle Marche.

La posizione di Prezzavento è apparsa inoltre in netta contrapposizione con quanto dichiarato in precedenza dalla presidente provinciale di Legambiente, Francesca Pulcini, che ha definito il biodigestore di Force come un valore aggiunto per il territorio e per l’agricoltura locale in quanto si produrrà metano pulito tramite una gestione virtuosa dei rifiuti.

Particolarmente importanti anche le parole dell’assessore regionale Guido Castelli, secondo cui il biodigestore a Force si rivelerebbe una trappola in quanto potrebbe poi diventare polo provinciale degli scarti dei rifiuti differenziati, manifestando inoltre la volontà di riprendere l’iniziativa sul piano d’ambito ridando centralità a Relluce, luogo baricentrico e già compromesso».

In questo senso, il Partito Democratico locale non ha dubbi: se di biodigestore si vorrà parlare, Castel di Lama non potrà finire ancora una volta nel calderone dei comuni penalizzati.

«La posizione della sezione pd lamense è chiara e in netta contrapposizione con chi vorrebbe restituire centralità a Relluce, discarica arrivata al fine vita. L’avvio delle procedure “post mortem” è l’unica strada percorribile, considerando anche il serio pericolo della realizzazione di un’ulteriore vasca per destinata agli scarti di lavorazione.

Inoltre, siamo altrettanto in disaccordo con chi afferma che il territorio in cui sorge Relluce è già compromesso: dato che i cittadini convivono quotidianamente con i disagi arrecati dalla discarica, per qualcuno sarebbe meglio insistere in questa direzione. Il nostro è un no categorico. Siamo convinti che moralmente ed eticamente sia ingiusto continuare a sfruttare sempre e solo lo stesso territorio. I cittadini di Castel di Lama meritano rispetto, e se il biodigestore non si farà a Force, allo stesso modo non si farà a Relluce».


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