Sono 700 i nuovi casi di Covid nelle Marche. E’ quanto comunica il Servizio Sanità della Regione nel primo bollettino di giornata, dopo l’esame nelle ultime 24 ore di 5.206 tamponi: 2.893 nel percorso nuove diagnosi (di cui 877 nello screening con percorso Antigenico) e 2.313 nel percorso guariti.
L’incidenza dei positivi è dunque del 24,2% (ieri era al 22%). I nuovi contagi sono stati registrati: 172 in provincia di Macerata, 209 in provincia di Ancona, 205 in provincia di Pesaro-Urbino, 61 in provincia di Fermo, 29 in provincia di Ascoli Piceno e 24 fuori regione.
«Questi casi – spiega la Regione – comprendono soggetti sintomatici (84 casi rilevati), contatti in setting domestico (208 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (247 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (30 casi rilevati), contatti in ambiente di vita/socialità (4 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento studenti di ogni grado di formazione (1 caso rilevato), screening percorso sanitario (3 casi rilevati) e 3 casi provenienti da fuori regione. Per altri 118 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 877 test e sono stati riscontrati 69 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari all’8%».
Il commento e il monito del governatore Francesco Acquaroli.
«Purtroppo – dice – la curva dell’andamento dei contagi, che aveva iniziato a decrescere già da due settimane, flette molto lentamente e addirittura nella scorsa settimana, per alcune fasce di età, nonostante le scuole chiuse, continuava a crescere. Si vede bene dal grafico che compara le Marche con l’andamento nazionale e quello di altre regioni. Mi raccomando di prestare la massima attenzione, non solo perché l’andamento della settimana che sta per iniziare sarà determinante a dirci come saremo classificati dal Ministero nella settimana dopo Pasqua, ma soprattutto perché la pressione ospedaliera è molto alta e dobbiamo riuscire ad abbassarla. Ad un anno dall’inizio di questo incubo, sono comprensibili la stanchezza e l’esasperazione e le conseguenze sociali ed economiche di queste restrizioni, ma la salute resta assolutamente l’obiettivo prioritario che dobbiamo perseguire».
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