di Franco De Marco
Dante Fazzini, morto oggi ad Ascoli nella sua abitazione di Rua dei Dal Monte, nel quartiere della Piazzarola, aveva 71 anni ed è stato un grande artista popolare. Gentile, generoso, appassionato, preparato su tutte le materie. Ha sempre rivendicato con orgoglio la sua indipendenza da stereotipi e correnti artistiche. E’ stata questa la sua cifra stilistica che l’ha sempre ispirato. Proprio per tale motivo è rimasto spesso al di fuori del giro commerciale e delle grandi gallerie.
Aveva il piacere di dipingere e di cambiare pur con una matrice espressionistica. Aveva una straordinaria facilità nel disegno soprattutto nei ritratti. Nel 2018, all’interno del Caffè Meletti, diede vita ad una serie di “Ritratti d’artista” immortalando sulla tela, dal vivo, nel giro di pochi minuti, il volto di tanti personaggi cittadini. Personaggi colti anche nel carattere. Fu una iniziativa di grande successo che una volta di più ha messo in evidenza le sue capacità nel realizzare i ritratti. Alcuni anni prima aveva pure messo su tela, dal vivo, sempre all’interno del Caffè Meletti, altri personaggi cittadini.
Ha insegnato per tanti anni, fino alla pensione. Professore di educazione artistica di intere generazioni nella scuola media “D’Azeglio” di Ascoli e, prima, nella scuola media di Castel di Lama.
La sua creatività lo portò anche a trasformare ad esempio un albero dalla forma singolare, nel giardino della scuola elementare “Rodari” a Borgo Solestà, in un elefante. Sì un elefante, applicandogli semplicemente le zanne e con qualche ritocco da… giardiniere. Questo singolare elefante sta ancora lì e suscita sempre curiosità e ammirazione in studenti e passanti.
A proposito del suo rapporto con i ragazzi dichiarò: «Ho la fortuna-merito di insegnare arte ai bambini. Non credo – ebbe più volte modo di dichiarare – che il curriculum sia la carta da visita da mostrare, come molti colleghi perseguono, bensì la verità delle proprie opere. Non cerco clamori e confraternite modaiole da battimano».
Il suo studio in via della Tribù Fabia, nel centro di Ascoli, era anche un luogo d’incontro e di discussione sia sull’arte sia sui fatti cittadini e sociali in genere. La sua vena di pittore si manifestò sin da bambino.
Dante Fazzini ha avuto come maestro anche il celebre pittore ascolano Dino Ferrari. Da giovanissimo frequentò infatti il suo laboratorio all’interno del Palazzetto Longobardo.
E’ stato un ricercatore instancabile e la sua ricca produzione lo dimostra. Una volta lasciata la scuola si è dedicato ancora maggiormente alla pittura.
Ha anche realizzato tre Palii della Quintana. Quelli delle Giostre del 1977 e del 1987, entrambi vinti dalla Piazzarola, e quello del 1990 delle gare degli sbandieratori.
Tra le sue ultime performance, un ritratto del maresciallo capo Sergio Piermanni, medaglia d’oro al valor militare per eroismo, donato alla caserma dei Carabinieri di Ascoli, intitolata proprio allo stesso Piermanni.
Vogliamo ricordare Dante Fazzini con queste foto in cui lo immortalò il grande fotografo ascolano Sandro Riga, indimenticabile artista dell’obiettivo: anche lui ci ha lasciato troppo presto.
Il funerale martedì 6 aprile alle ore 15,30 al Duomo di Ascoli.
Addio al pittore Dante Fazzini, Ascoli perde un grande artista, mondo della cultura in lutto
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