di Alessandra Pierini
Chi sognava di prendere lunedì mattina un bel caffè in una tazza di ceramica al bancone del bar dovrà ancora attendere. Il ritorno in zona gialla e l’approvazione del Dl Riaperture ha letteralmente messo in croce i baristi dell’Italia gialla. Dopo ore di confronti tra associazioni di categoria, amministratori ed esercenti, si è finalmente giunti a un punto.
«I bar possono fino alle ore 18 fare asporto, il servizio all’aperto o veranda è consentito fino alle 22 mentre non si può consumare al banco» chiarisce l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mirco Carloni. Il Ministero dell’Interno ha inviato una nota ufficiale per chiarire che ancora non è stata inviata alcuna circolare esplicativa sul Dl del 22 aprile. “La circolare – specifica il Viminale – è in corso di definitiva stesura e verrà adottata quanto prima”.
«E’ imbarazzante – continua Carloni, eletto con la Lega – perché per due settimane abbiamo parlato con il governo per far approvare un disciplinare che prendeva in esame tutte le problematiche possibili e ci siamo ritrovati invece con indicazioni che hanno creato solo fraintendimenti. In particolare avevamo chiesto l’apertura di bar e ristoranti all’aperto e al chiuso senza differenze di trattamento riguardo gli orari».
Carloni, che viene da una famiglia di ristoratori, si dice amareggiato per quanto stabilito dal Governo per il settore.
«E’ mortificante aver lavorato ed essersi confrontati attraverso la Conferenza delle Regioni su tutte le possibili variabili e ritrovarsi con norme non chiare. Siamo stati contattati da prefetti, amministratori e sindaci di tutta la regione per sapere cosa volessero dire le disposizioni date. Lunedì ci sarà un nuovo confronto e vedremo di far capire ancora meglio quali sono le esigenze degli esercenti».
Intanto già ieri la Regione era intervenuta con un contributo interpretativo con l’obiettivo di chiarire i dubbi più significativi. In particolare ha precisato che tra le attività che potevano svolgere l’attività all’aperto definite dal Dl Riaperture con la dicitura “attività dei servizi di ristorazione” si intendevano anche bar, pub, gelaterie, pizzerie e attività simili. Ha poi sottolineato che l’attività all’aperto può essere svolta anche sotto portici, loggiati, verande, balconate, dehors almeno aperti su tre lati. Per tornare all’agognato caffè o ai classici caffè e cappuccino le alternative sono sedersi al tavolo e attendere o sfruttare il servizio da asporto, prelevarli e poi sedersi al tavolo per consumare.
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