Un plauso, da parte dei sindaci dei Comuni piceni e fermani danneggiati dal sisma, per gli interventi di edilizia residenziale sociale che saranno finanziati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) con 30 milioni di euro.
Ma anche due obiezioni che i primi cittadini hanno evidenziato, nero su bianco, in una lettera inviata al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
La prima relativa ai tempi per l’invio delle manifestazioni d’interesse: il bando è stato aperto il 20 aprile con scadenza 3 maggio.
La seconda, riguarda i criteri di assegnazione dei punteggi che, secondo il sindaci dei piccoli comuni, potrebbero favorire i centri ad alta tensione abitativa.
Ecco che cosa dicono i sindaci di Force, Roccafluvione, Appignano, Offida, Cossignano, Castorano, Castignano, Montegallo, Folignano, Montedinove, Comunanza, Palmiano, Colli del Tronto e Rotella (nel Piceno) e di Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Santa Vittoria in Matenano (nel Fermano):
«Il percorso di ricostruzione non è certamente immediato ma siamo convinti che la strada intrapresa grazie al Commissario Legnini sia quella giusta e ci fa guardare con fiducia al futuro.
Già nei mesi ed anni scorsi abbiamo valutato positivamente la delibera Cipe ed i criteri per la programmazione dei fondi statali per interventi di edilizia residenziale sociale nei territori danneggiati dai sismi.
Vogliamo però porre alla vostra attenzione, due elementi di valutazione.
Il primo riguarda le tempistiche: per i comuni, in particolare quelli di più ridotte dimensioni, risulta difficile procedere ad attivare tutte le misure volte alla partecipazione ad un bando con scadenza soli 12 giorni dopo, tenuto conto che, in quei 12 giorni, sono intercorse festività come quelle del 25 aprile e del 1° maggio.
Pertanto, chiediamo una proroga dell’avviso o comunque di aprire una nuova finestra al fine di poter garantire una partecipazione da parte di tutti i possibili soggetti interessati.
La seconda valutazione è su un principio metodologico: concordiamo pienamente le affermazioni della Regione Marche per conto del suo assessore alla Ricostruzione (Guido Castelli, ndr), in quanto riteniamo che gli interventi oggetto del bando con una dotazione finanziaria da 30 milioni debbano essere volti ad “agevolare il recupero e la ristrutturazione degli edifici di edilizia popolare siti nei centri storici, specie dei piccoli comuni, essendo quelli che più necessitano di interventi di riqualificazione perché maggiormente lesionati dal sisma”.
Tali affermazioni, a nostro modo di vedere, non sono però in linea con i contenuti della delibera regionale che indica una premialità per i comuni ad alta tensione abitativa. Tale criterio rischia al contrario di penalizzare i piccoli comuni in quanto non ad alta tensione abitativa.
Lo stesso Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso sulla delibera parere favorevole condizionatamente alla soppressione di detti criteri.
Una scelta che, unita a quella del numero di alloggi da realizzare, rischia di agevolare poche iniziative territoriali anziché una presenza diffusa di interventi di edilizia residenziale sociale.
Vi chiediamo pertanto di voler provvedere ad una modifica dei criteri sopra indicati.
Da ultimo, nel condividere le esigenze sociali anche dei comuni ad alta tensione abitativa, si fa presente che lo stesso Ministero con ulteriore e importante provvedimento ha deliberato il finanziamento di edilizia residenziale pubblica».
300 case popolari per rivitalizzare i centri danneggiati dal sisma
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