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Ordine al merito:
parlano i Cavalieri della Repubblica
scelti nell’Area Vasta 5

RICONOSCIMENTO - Sono i dottori Antonio Fortunato (primario della Patologia Clinica) e Diana Sansoni (ex direttore del presidio unico ospedaliero). Erano tra i 30 nomi segnalati dalla direzione generale. Il commento di Cesare Milani: «Meritato premio per tutta la Sanità picena»
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mdi Maria Nerina Galiè

 

Sono dell’Area Vasta 5 due tra i 17 Cavalieri dell’Ordine al merito nominati nel Piceno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 2021.

L’aver affrontato il Covid, ma non solo, senz’altro è valso loro il riconoscimento che, ufficialmente, riceveranno il prossimo 2 giugno dalle mani del prefetto di Ascoli Carlo De Rogatis.

Si tratta della dottoressa Diana Sansoni, 64 anni, ex direttore del presidio unico ospedaliero, e del dottor Antonio Fortunato, pure 64enne, direttore della Patologia Clinica e quindi anche del laboratorio del “Mazzoni” dove si analizzano i campioni per la ricerca del Coronavirus (leggi qui).

«E’ un meritato riconoscimento per tutta la Sanità picena – commenta Cesare Milani, direttore dell’Area Vasta 5 – per la gestione dell’emergenza sanitaria.

La scelta della Prefettura è ricaduta su due delle 30 persone che mi era stato chiesto di segnalare». 

Inutile chiedere al direttore generale se ritiene che qualcun altro avrebbe meritato di più  il titolo.

«Già per noi è stato difficilissimo scegliere i 30 nomi. Sono molto contento per chi ha ottenuto l’onorificenza e dispiaciuto per gli altri. Soddisfatto di tutti dipendenti di Area Vasta 5».

tamponi Covid

L’equipe del laboratorio di Biologia Molecolare del “Mazzoni” di Ascoli

Antonio Fortunato, nato a San Benedetto, per oltre 30 anni ha lavorato a Vicenza per tornare 5 anni fa nella sua terra d’origine. Una scelta non facile anche a livello familiare.

«Questa nomina ha ripagato anche per quelle difficoltà.

E’ stata una grande emozione. Non me l’aspettavo», è stato il suo commento.

«Il premio non è soltanto mio, ma di tutto lo staff dei laboratori di Ascoli e San Benedetto. Abbiamo lavorato senza sosta sul fronte del Coronavirus e l’equipe non si è risparmiata. Mentre altri si occupavano dell’ordinario permettendo alla Sanità picena di andare avanti nonostante la pandemia. I primi tre mesi, lo scorso anno, gli ambulatori sono stai chiusi e le attività diagnostiche interrotte. Poi è ripartito tutto seppure contingentato.

Non abbiamo potuto contare su nuovo personale, anzi, c’è stato un turn over, dovendo ogni volta ricominciare da capo con la la formazione.

E’ stata dura e non è finita.

Ora c’è la tensione di scovare il Covid tra i positivi asintomatici, per isolarli immediatamente».

La ricerca del virus continua nel laboratorio del dottor Fortunato, che ha avuto un ruolo importante per tutte le Marche, fin da quando – a marzo 2020 – il direttore ha avuto l’intuizione di riconvertire un potente macchinario acquistato in tempi non sospetti, per processare i tamponi, e fino ad 800 al giorno.

«Tra colleghi di tutta Italia, con cui sono in costante contatto, in questo periodo di emergenza spesso scherzosamente ci siamo detti: “Finalmente qualcuno si è accorto dei nostri laboratori e di quello che facciamo”».

Diana Sansoni davanti al “Mazzoni” di Ascoli durante la manifestazione delle Forze dell’ordine in omaggio agli operatori sanitari, un anno fa

Per Diana Sansoni il riconoscimento è arrivato a coronamento di una brillante carriera.

«Sono molto contenta che sia stato scelto il mio nome. E ringrazio tutti»

In pensione dall’1 novembre si è sobbarcata tutta l’organizzazione degli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto fin dall’esordio della pandemia.

«Era tutto spaventoso e nuovo. Momenti in cui si passavano le notti a studiare e le giornate a prendere decisioni», ha ricordato.

«Io forse – ha aggiunto – ho avuto il merito di aver guidato la barca. Penso anche che la segnalazione sia arrivata tenendo conto della gestione della prima ondata. Poi ci sono state la seconda e la terza.

Mi piace pensare che il riconoscimento sia rivolto a tutta l’Area Vasta 5, dove in tanti si sono dati da fare, in particolare quelli che il Covid lo hanno visto in faccia tutti i giorni e continuano a farlo anche adesso.

Parlo della Rianimazione Covid, dei Pronto Soccorso, del reparto Pneumologia e Malattie Infettive di Ascoli, di Medicina e Geriatria di San Benedetto. Un premio andrebbe anche alle posizioni organizzative infermieristiche, in particolare dell’Emergenza e Urgenza e di Malattie Infettive. Non voglio tralasciare nessuno.

Cesare Milani

Poi c’è stato il dottor Milani che ha sostenuto tutti ed appoggiato ogni mia decisione, nel bene del personale e dei pazienti. Siamo stati i primi – ma dopo pochi giorni lo ha fatto tutta la regione – ad aver vietato le visite degli esterni ai ricoverati. A febbraio la decisione, dura da far digerire, di sospendere la partita con la Cremonese.

A dicembre 2019, quando ancora l’epidemia sembrava circoscritta alla sola Cina, ho richiesto un grosso carico di dispositivi di protezione individuale, ottenendolo anche se in quantità minima. Me ne comprarono 400, su 3.000 richiesti. A febbraio li avevamo solo noi e l’Asur ne dovette requisire la metà per distribuirli alle altre Aree Vaste e fronteggiare quelle prime settimane». 

Aneddoti che sembrano appartenere al passato. Ma erano solo l’inizio di quello che poi sarebbe diventato un evento epocale, nel quale siamo ancora in mezzo. E la dottoressa Diana Sansoni non se n’è tagliata fuori. Da un mese e mezzo fa la volontaria al punto vaccinale del palasport di Monticelli, insieme con altri colleghi che hanno aderito al progetto della Croce Verde, portando avanti le somministrazioni nella linea dedicata alle persone fragili. Sono arrivati a quota 9.500 dosi, a ieri 19 maggio (leggi qui).

Senza nulla togliere ai professionisti che saranno premiati, però, c’è anche chi non l’ha presa bene tra i dipendenti di Area Vasta 5, messa a dura prova dalla pandemia e dove tanti sanitari si sono spesi “gettando il cuore oltre l’ostacolo” – è stato detto più volte da dirigenti e primari – nei reparti quotidianamente alle prese con il virus.

 


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