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Allarme dai sindaci del cratere:
«Scadenze assurde dal Ministero,
così butteremo via 160 milioni di euro»

CONTRATTO DI SVILUPPO - La lettera del ministero detta come termine ultimo per i progetti esecutivi il 15 giugno: «Impossibile anche nel mondo dei sogni. Acquaroli doveva chiedere delle modifiche tramite un documento firmato da 64 di noi, l'ha fatto?»
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L’arrivo di Francesco Acquaroli al teatro “Lauro Rossi” di Macerata il 12 maggio

 

di Federica Nardi

«Progetti esecutivi entro il 15 giugno? Impossibile anche nel mondo dei sogni. Così rischiamo di buttare via 160 milioni di euro». Strisciante, per adesso anonimo ma presto dirompente, lo scontento di diversi sindaci del cratere sismico maceratese e marchigiano rispetto alle scadenze arrivate dal ministero del Sud per presentare i progetti per il Contratto istituzionale di sviluppo. Un pacchetto da 160 milioni di euro che vanno investiti secondo vari assi prioritari, in questo caso cinque: ambiente e risorse naturali, cultura e turismo, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana e infine infrastrutture sociali ed economiche.

Uno scontento doppio, perché tra la richiesta di 64 primi cittadini del cratere di ovviare a tutta una serie di questioni (in primis appunto le scadenze) e la risposta-lettera del Ministero, c’è stato di mezzo l’incontro con la Regione al Lauro Rossi di Macerata lo scorso 12 maggio dove appunto la richiesta è stata presentata e firmata e presa in carico dalla Regione.

E allora, se il Ministero non ha recepito nessuna delle richieste che riguardavano anche premialità per i comuni che avessero presentato progetti di più ampio respiro territoriale, i sindaci cominciano a sospettare che sia anche colpa del governatore Francesco Acquaroli, che non ha voluto o non ha saputo portare a casa il risultato desiderato dal territorio. «A questo punto – dicono i primi cittadini – non sappiamo nemmeno se ha spedito la nostra lettera».

Il rischio, spiegano alcuni sindaci è di «buttare via i soldi» oltre che «disperdere questi soldi su progetti che stanno nel cassetto ma non hanno niente di strategico. Questi tempi che ci ha comunicato il ministero sono davvero irrisori, impedendo di fatto di portare avanti progetti coordinati tra comuni che richiedono più tempo per essere ideati».

Insomma, per non trasformare il Contratto istituzionale di sviluppo in un’occasione mancata, i sindaci chiedono più tempo. Spetta alla ministra Mara Carfagna rispondere e alla Regione, nel caso concordasse, sostenerli. «Non c’entra la politica, è una battaglia per il territorio», concludono i sindaci.



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