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Festa della Repubblica
«Nella nostra storia le motivazioni
per vincere la nuova sfida»

SAN BENEDETTO - Il discorso del sindaco Pasqualino Piunti sotto la torre dei Gualtieri, nella ricorrenza del 2 giugno. «Dobbiamo essere all'altezza di chi ci ha preceduto». LE FOTO
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La torre dei Gualtieri è il simbolo della città di San Benedetto, dove oggi – 2 giugno Festa della Repubblica – è stata deposta la corona in commemorazione dei Caduti.
«Il 2 giugno testimonia la prima e più importante scelta democratica assunta dal popolo italiano dopo vent’anni di dittatura e assenza di libertà», ha detto il sindaco Pasqualino Piunti.
Ecco come continua il suo discorso: «Con la scelta della forma repubblicana espressa con il referendum istituzionale a suffragio universale del 1946, gli italiani scommisero sul loro futuro decidendo che fosse determinato attraverso la volontà democratica e non da scelte imposte dall’alto.
La Repubblica è dunque la massima espressione di questa scelta, è il patto solenne di milioni di donne e uomini liberi che decisero, quel 2 giugno del 1946, di aprire una nuova pagina nella storia d’Italia, una pagina fatta di partecipazione attiva alla vita del paese e di libera selezione dei propri rappresentanti nelle istituzioni.
In questi decenni quel percorso si è sviluppato tra alti e bassi.
La Repubblica ha conosciuto momenti che sono arrivati a metterne a repentaglio la stabilità: penso alle stragi che hanno insanguinato il Paese, alle efferate azioni del terrorismo che hanno lasciato sull’asfalto centinaia di vittime, tanti fedeli servitori dello Stato. Ma sempre l’Italia ha saputo trovare la forza di opporsi a queste istanze disgregatrici, è stata capace di ricompattarsi attorno ai valori democratici che sono scritti nel suo Dna, cioè la Costituzione.
La pandemia ha rappresentato una nuova, durissima prova a cui è stata sottoposta la coesione della comunità nazionale: abbiamo sofferto, pagato un durissimo prezzo prima e più di tanti altri Paesi. Si spera che il peggio sia alle spalle, ma la sfida che ci attende non sembra meno impegnativa.
C’è da far ripartire il sistema, infondere fiducia, organizzare la macchina statale sia per farci trovare pronti dinanzi a possibili recrudescenze nella diffusione del virus sia per cogliere le notevoli opportunità che un’Europa finalmente lungimirante mette a disposizione.
L’Italia deve trovare nella sua storia le motivazioni per vincere questa sfida, deve prendere ad esempio la volontà di libertà e di rinascita che tanti italiani anteposero ad ogni calcolo personale spendendo ogni energia fino a pagare il prezzo più alto in una guerra di liberazione che ha regalato all’Italia la democrazia in cui oggi viviamo.
Dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto, rimboccarci le maniche e lavorare ad un grande progetto, quello di un’Italia migliore, capace di liberare le migliori energie per sostenere la ripartenza ma allo stesso tempo più giusta e solidale».

 

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