Decreto Sostegni bis, la Regione chiede una serie di emendamenti di concerto con il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Proroga al credito d’imposta per le imprese colpite dal sisma, maggiori fondi per lo smaltimento dei rifiuti e il funzionamento delle strutture speciali e modifiche per i rimborsi dell’Iva. Sono queste, in sintesi, le misure previste dagli emendamenti al Decreto relative al sisma 2016 che la Regione, con l’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli, d’intesa con il commissario Legnini, ha presentato a tutti i gruppi parlamentari per essere inserite in occasione dell’approvazione della legge di conversione. Dal 26 maggio scorso, infatti, giorno di pubblicazione ed entrata in vigore della norma stessa, il Parlamento avrà 60 giorni per emendare il testo e convertirlo definitivamente in legge.
«Gli emendamenti che abbiamo proposto con il presidente Francesco Acquaroli, la cui importanza auspichiamo venga recepita da tutte le forze politiche, vanno nella direzione di snellire ancor di più i tempi e le procedure utili alla ricostruzione post sisma – spiega Castelli -. Il tutto nell’ottica di agevolare sia il già encomiabile lavoro dei tecnici, pubblici e privati, sia di salvaguardare il futuro delle imprese che ancora oggi scontano i tremendi effetti delle ferite provocate dal sisma».
Nel dettaglio, il primo emendamento contiene, in considerazione del prolungamento dello stato di emergenza, la proroga fino al 31 dicembre 2021 del credito d’imposta (25% per le grandi imprese, 35% per le medie e 45% per le piccole) dovuto per gli investimenti delle imprese nei territori colpiti dal terremoto. Con il secondo emendamento, invece, si richiede la proroga fino al 2022 delle misure per incentivare il recupero dei rifiuti non pericolosi derivanti da attività di ricostruzione e demolizione dovuti al sisma 2016, nonché l’aumento dal 50% al 70% dei quantitativi per i siti autorizzati al deposito delle macerie perché i volumi di macerie private ancora da gestire sono elevatissimi mentre sono quasi esauriti i siti di deposito, «il che potrebbe provocare il blocco della ricostruzione appena iniziata – sono ancora le parole di Castelli -. In attesa di individuare nuovi siti e attivare il ciclo di riuso dei materiali, è necessario prorogare a tutto il 2022 la deroga dei limiti quantitativi autorizzati ed elevare al 70% il limite stesso per aumentare la potenzialità di recupero delle macerie negli impianti esistenti».
La terza modifica richiesta è sul rimborso dell’Iva per i lavori di riparazione e ricostruzione di immobili danneggiati e le anticipazioni per il pagamento della stessa imposta sulle fatture relative a ricostruzione o riparazione di edifici strumentali.
«Con questo emendamento – continua Castelli – si prevede la possibilità di chiedere il rimborso dell’eccedenza di Iva detraibile, risultante dalla dichiarazione annuale, limitatamente all’imposta relativa agli interventi di riparazione e ricostruzione di immobili danneggiati da eventi calamitosi per i quali siano già stati erogati contributi pubblici, anche nei casi in cui l’eccedenza sia inferiore a 2.582,28. E chiederemo che lo stesso rimborso possa essere richiesto anche per periodo inferiori all’anno e senza la presentazione della dichiarazione che attesta il patrimonio netto e la consistenza degli immobili, le cessioni di azioni o quote societarie e l’esecuzione dei versamenti dei contributi previdenziali».
Tra gli emendamenti anche quello relativo ai costi di funzionamento delle strutture di missione, finalizzate al contrasto delle infiltrazioni mafiose nell’affidamento e nell’esecuzione dei contratti pubblici e privati.
«È necessario – spiega sul punto Castelli – coprire le spese per gli esercizi 2021 e 2022, così come autorizzare quelle relative alla predisposizione e gestione delle piattaforme per il monitoraggio della ricostruzione, contenente le informazioni anagrafiche, finanziarie, fisiche e procedurali relative alla pianificazione e programmazione delle opere e dei relativi interventi».
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