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Code in A14, i camionisti
vanno dall’avvocato

ASCOLI - L'accusa del segretario nazionale della Pmia, Roberto Galanti: «Siamo passati da eroi a vittime di inefficienze e indifferenza. Lo sconto di pochi centesimi nei tratti interessati dai cantieri non risolve il problema»
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«Da “santi in pandemia” a “vittime della indifferenza ed inefficienza” costretti a code giornaliere chilometriche». E’ la denuncia che arriva nuovamente dai camionisti costretti quotidianamente a stare in coda nel tratto piceno-fermano dell’A14. .

«Benvenuti all’inferno! -dice senza mezzi termini il segretario nazionale della Pmi-Autotrasporti, Roberto Galanti– Ormai si rischia che l’intero tracciato autostradale italiano diventi la fotocopia della Salerno Reggio Calabria. Lunghe code in tutte le ore del giorno e della notte, tempi di percorrenza più che triplicati in prossimità del traffico turistico. Ritardi nelle consegne, mancata e sensata programmazione dei lavori, turni di lavoro disumani, consumi, code infinite ai caselli per tempi di esazione è dovuta, anche li, da code di auto e camion, aumento numero di incidenti, lievitazione dei costi e rischio di trovarsi nella condizione di dover pagare i danni per mancate o ritardate consegne. Sembra poco?».

Anche il taglio (del 50%) dei pedaggi nei tratti dove ci sono i cantieri (leggi l’articolo) non soddisfa i titolari dei bisonti della strada.

«Risparmiare pochi centesimi risolve il problema? -si chiede Galanti- Assolutamente no! Nel tratto super trafficato della A14, come spiega Autostrade per l’Italia, sono operativi i cantieri previsti dal programma per l’ammodernamento della rete. Giustificazione fuori dal mondo. Un esempio per tutte: il tempo di normale percorrenza media tra Pedaso e Grottammare (12 km circa) di 15 minuti, si trasforma in oltre un’ora e stiamo parlando solo di uno dei cantieri.

Un anno di tempo (2020) dove nelle autostrade giravano solo i camion che trasportavano “la speranza di sopravvivenza (viveri, medicinali, attrezzature…), per non fare nulla.

In normalità e logica i lavori si dovrebbero fare, come in tanti altri paesi, di notte e programmati secondo la vita della strada e non da dietro una scrivania.

Roberto Galanti

L’alternativa, secondo sempre gli “scienziati e benpensanti”, sarebbe quella di uscire dai tratti autostradali e percorrere le statali non considerando che in questo modo il danno sarebbe maggiore anche per i divieti di circolazione in vigore.

La soluzioni in condizioni di normalità in un paese “normale” con un sistema politico decente (come ha fatto la Spagna)? Pensare meno ai “ristori miliardari” da dare all’ente gestore, obbligo di rispettare i tempi, revoca immediate delle concessioni, ripristinare la viabilità autostradale, richiesta danni e restituire la dignità a chi ne ha il diritto».

I camionisti, pur continuando a viaggiare, sono comunque esasperati.

«Una storia infinita che sta sollevando gli animi -conclude Galanti- I nostri autotrasportatori seppur molto responsabili (vedi la protesta in Liguria poi rientrata senza soluzioni), hanno esaurito i limiti della pazienza. Non fateci andare oltre, perché problemi per problemi, poi qualcuno dovrà dare tante spiegazioni e non sarà decisamente facile.

Abbiamo attivato un servizio informativo code dove ogni giorno, dalle tratte percorse, i nostri autotrasportatori, ci inviano testimonianze fotografiche dei disagi. Omettiamo per ovvie ragioni i coloriti e giusti commenti scritti.

Incontreremo i nostri legali per valutare eventuali azioni da intraprendere».

rp


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