Fuga di monossido all’asilo di Comunanza: si sono concluse le indagini, chieste dalla Procura di Ascoli, per accertare eventuali responsabilità.
«Vogliamo sapere che cosa è accaduto e, se ci sono responsabili, sapere chi siano», sono le parole dell’avvocato Olindo Dionisi che rappresenta i genitori di 38 piccolo alunni, su un totale di 85 iscritti alla scuola, al centro di una pericolosa fuga di monossido di carbonio che il 7 gennaio scorso ha mandato all’ospedale alcuni piccoli ed un’insegnante.
Entro una decina di giorni, infatti, scadono i 6 mesi, entro i quali il pubblico ministero – il fascicolo, ancora contro ignoti, è in mano al procuratore capo Umberto Monti – dovrà pronunciarsi.
Tre le possibilità.
Umberto Monti che ha avocato a se il caso, prima nelle mani del sostituto Ernesto Napolillo, può chiedere al Gip una proroga per approfondire gli accertamenti, può formulare una ipotesi accusatoria e individuare pertanto gli indagati, oppure può decidere per l’archiviazione.
Il fascicolo era stato aperto nell’imminenza del fatto. Due giorni dopo, era quindi il 9 gennaio, i Carabinieri della locale Stazione hanno eseguito il sequestro dell’edificio – l’ex Oda (di proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento) – chiesto dall’avvocato Dionisi nella denuncia querela, al fine di impedire a persone diverse dagli inquirenti di entrare nello stabile.
Nel frattempo Monti ha chiesto un supplemento delle indagini, affidandole ai Carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, per accertare se c’è stata una correlazione tra l’episodio del 7 gennaio ed uno simile, sempre per una fuga di gas, accaduto il 9 novembre. In quel caso tutto si era risolto nel giro di poco tempo.
Si è sfiorata la tragedia invece il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale. Intorno alle 11,30 alcuni bimbi ed una insegnante si sono sentiti male. Qualcuno è anche svenuto.
Il personale scolastico ha immeditatamente fatto uscire gli alunni dall’edificio seguendo il piano di evacuazione, e contemporaneamente attivato i soccorsi, pensando in un primo momento ad una fuga di gas.
Sono stati i Vigili del fuoco giunti immediatamente con due squadre, la prima partita dal distaccamento di Amandola e la seconda dal Comando provinciale di Ascoli, a scoprire che invece si trattava di preoccupanti concentrazioni di monossido di carbonio in particolare nel bagno e in una delle aule.
In via precauzionale i piccoli sono stati portati dai genitori al Pronto Soccorso, dove pure è stata accompagnata l’insegnante che si è sentita male. Tutti dimessi la sera stessa.
Comprensibile la paura e la rabbia dei genitori che si sono rivolti all’avvocato Dionisi per avere risposte chiare sull’episodio che per poco non si è trasformato in una tragedia.
«Non vogliamo accusare nessuno – ha ribadito Olindo Dionisi – né mettere in discussione l’operato degli inquirenti. Ma si deve andare fino in fondo».
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