di Andrea Ferretti
La tragedia che si è consumata ad Ascoli, nelle acque del torrente Castellano, lo scorso 4 giugno, lo ha colpito profondamente. Quel giorno perse la vita il 17enne Rhaouma Salem, un ragazzo di origine tunisina ospite di un Centro per l’accoglienza di minori della zona. Era insieme ad alcuni amici, stava facendosi il bagno in quello che molti hanno ribattezzato “il mare di Ascoli”. Si tuffò e purtroppo non riemerse più. Morì così. Più tardi venne ripescato il suo corpo.
Ecco allora che l’ascolano Claudio Tempera, 63 anni, ex bancario e grande uomo di sport, ha compiuto un gesto molto significativo, dotando di un salvagente quella zona sempre affollata da ragazzi e ragazze in cerca di un pò di refrigerio e qualche ora da trascorrere in spensieratezza con gli amici.
Un salvagente professionale con tanto di corda, da utilizzare in caso di soccorso. Uno strumento che può salvare una vita umana.
«Mi auguro che non possa mai servire per nessuno, ma è un segnale per quanto riguarda la sicurezza e la responsabilità di tutti» dice Claudio, che poi aggiunge con grande sconforto: «Se quel giorno fossi stato presente anche io, mi sarei senza dubbio tuffato per cercare di salvarlo. So che i presenti hanno fatto il possibile, ma è stato purtroppo tutto inutile. A tutti i ragazzi rinnovo l’invito alla prudenza, affinchè simili tragedie non si ripetano più».
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