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Castelluccio off limits dalle Marche,
in bar e ristoranti è il deserto:
«Sembra una giornata di novembre»

CASTELSANTANGELO - I commercianti stanno risentendo dello stop al traffico. Maria Seccacini: «E’ la prima volta che si fa una scelta di questo tipo. Aspettavamo questo momento per poterci rialzare». Ilaria Marzoli Capocci: «Privati della possibilità di lavorare nel periodo migliore. Oggi abbiamo avuto un sesto dei clienti rispetto a ieri quando si poteva accedere con l’auto»
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Foto di Matteo Mazzoni

di Francesca Marsili

 

Vista dal versante maceratese, quella sta andando in scena a Castelluccio, è una fioritura a tinte cupe. Il blocco dell’accesso da Castelsantangelo verso l’altopiano umbro imposto alle auto nei primi due weekend di luglio, ha generato una drastica riduzione dell’afflusso turistico penalizzando così le attività economiche locali che attendevano proprio queste due settimane apicali, quelle che offrono il più alto tasso di spettacolarità, per poter tornare a lavorare dopo un anno di difficoltà causato dalla pandemia.

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I titolari della Norcineria, a Castelsantangelo

«E’ la prima volta che viene messa in atto una scelta di questo tipo, senza logica e totalmente penalizzante – commenta delusa Maria Seccacini della Norcineria prodotti tipici Alto Nera di Castelsantangelo – per questa mattina avevo comprato cento panini da farcire ma non è passato nessuno perché l’unica via di accesso è quella da Norcia, li darò ai pastori per i loro cani; qui oggi sembrava una giornata di novembre, non di luglio, anche i bar erano vuoti. Per chi come noi – continua Seccacini – dopo il sisma e la pandemia aspettava questo momento per potersi rialzare dopo anni terribili è una decisione che non si può accettare, la strada provinciale deve essere aperta a tutti, non si passa neppure se si vuole andare a Ascoli. C’è gente che alloggia qui scesa da Milano nei giorni scorsi proprio per ammirare questo spettacolo e stamattina è stata fatta tornare indietro. Non è giusto né per i commercianti – conclude – né per i turisti». La prima decade di luglio offre infatti il canto del cigno della fioritura delle piante coabitanti che hanno conquistato il loro spazio nei campi di lenticchie con imprevedibile senso delle geometrie: uno show nel quale il giallo della colza cede via via il passo al rosso dei papaveri e al blu dei fiordalisi, mentre i piccoli fiori biancastri delle leguminose si affacciano a creare un formidabile effetto iridescente. Un momento che le attività della zona aspettano ogni anno con entusiasmo e l’accoglienza tipica di questa gente ma che quest’anno le ha viste tagliate fuori. La decisione è stata formalizzata dalla prefettura di Perugia nei giorni scorsi, scatenando una piccola “guerra di confine” tra l’Umbria, cui la frazione montana di Norcia appartiene e le Marche, il cui territorio letteralmente la circonda, tanto che due delle tre vie di accesso allo spettacolare plateau stiuato a quasi 1500 metri nel cuore dei Monti Sibillini – Arquata-Forca di Presta da est e Visso-Castelsantangelo-Pian Perduto da nord – portano alla frazione norcina direttamente dalle province di Ascoli e Macerata. L’unico accesso consentito sarà dal versante sud, dalla strada che sale direttamente da Norcia, e che è anche in generale la meno agevole per chi arriva anche relativamente da lontano, come da Roma, da dove conviene passare via Arquata-Pretare-Forca di Presta, che per chi proviene da nord, per cui il migliore accesso è da Visso.

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Ilaria e Nicola Marzoli

«In questa zona lavoriamo in due periodi: durante la fioritura di Castelluccio e quando sono aperti gli impianti da sci – dice Ilaria Marzoli Capocci, titolare del ristorante pizzeria dell’Erborista di Castelsantangelo, anche lei “vittima economica” di questa ordinanza –  ormai siamo stati privati della possibilità di lavorare proprio nel periodo migliore sia perché durante la settimana, quando è possibile accedere con le auto, c’è molta meno gente, sia perché l’assenza di piogge di questi giorni anticiperà sicuramente la sfioritura. Lo scorso anno c’è stato un boom di presenze, abbiamo lavorato tantissimo. Presumo che l’off limits imposto sia stato determinato proprio da questo, dall’assalto selvaggio dello scorso anno, ma era un anno straordinario, venivamo da mesi di lockdown. Oggi nel nostro ristorante abbiamo lavorato un sesto di ieri, giorno in cui era possibile accedere anche con le auto. Stamattina squillava il telefono, rispondevo immaginando fossero prenotazioni invece erano persone che chiedevano informazioni su come funziona il transito verso Castelluccio». Per arginare almeno in parte le conseguenze della scelta di inibire l’accesso dal maceratese, è stato istituito in extremis dai sindaci locali in collaborazione con Contram, un servizio di bus navetta andata e ritorno da Visso e Ussita verso la fioritura di Castelluccio per i giorni 3-4, 10 e 11 luglio al costo di quattro euro complessivi fruibile collegandosi al sito marcheroma.contram.it. Per la prima volta quindi, nei 2 weekend del presunto picco di afflusso, la strada che costeggia la fioritura verrà chiusa al traffico, saranno autorizzati e regolamentati parcheggi a congrua distanza dal cuore del fenomeno naturale, e da lì verranno istituiti dei servizi navetta da Visso e Ussita per portare i turisti all’agognata meta. In sintesi, il tutto funzionerà solo dal versante umbro.


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