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I nuovi ospedali e la Sanità,
Andrea Antonini (Lega):
«Il Pd da sempre nemico del Piceno»

POLEMICA - Il rappresentante della Lega replica alle accuse nei confronti della Regione, che avrebbe cambiato idea sui presidi di Ascoli e San Benedetto: «La volontà politica del centrodestra è e rimarrà quella di potenziare le due strutture esistenti. La politica dei Dem è stata mandata a casa dagli elettori»
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«Purtroppo per chi in questi anni ha guidato la sanità regionale, dimostrandosi un nemico di tutto il Piceno, la verità fa male ed è dura da accettare. L’ospedale di Ascoli non solo non verrà toccato, a differenza del Pd che lo voleva ridurre a poco più di un ospizio e che oggi proprio per questo parla senza cognizione di causa, ma attraverso una politica finalmente perequativa arriveranno più risorse al Piceno permettendo di aumentare l’offerta sanitaria così come è richiesto da tempo».

Andrea Antonini

Inizia così la secca replica di Andrea Maria Antonini, consigliere regionale della Lega, agli esponenti del Pd marchigiano che accusano la Regione di aver cambiato idea sull’assetto sanitario della provincia, in particolar modo sul destino degli ospedali di Ascoli e San Benedetto, come risulterebbe secondo le critiche dal Piano che la Giunta Acquaroli sta redigendo in queste settimane.

«C’è da ricordare una cosa molto importante: quando governava la Regione il Partito Democratico aveva puntato su un “unico” ospedale in provincia, da realizzare in mezzo alla Vallata del Tronto – spiega Antonini – questa scelta, se realizzata, avrebbe portato come conseguenze alla chiusura del “Mazzoni” ad Ascoli e del “Madonna del Soccorso” a San Benedetto così come li conosciamo. Questo poiché (attenzione, è un passaggio fondamentale) l’ospedale unico di Vallata non avrebbe riguardato solo la costruzione fisica di un nuovo edificio, ma avrebbe previsto che in quella struttura sarebbero confluite anche tutte le specializzazioni e i reparti presenti dei due presidi».

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

«Insomma, ad Ascoli e a San Benedetto non sarebbe rimasto neanche il Pronto Soccorso – continua il rappresentante del Carroccio – questo era il disegno del Pd, semplice quanto letale. La Lega ha cominciato nel 2018 la sua lotta in difesa di entrambi i nosocomi, richiamando pari dignità sia per Ascoli che per San Benedetto e schierandosi sempre per un potenziamento dei due ospedali sia sul piano strutturale che su quello dei servizi, per essere finalmente sganciati da logiche che fino ad oggi hanno prodotto solo danni all’offerta sanitaria nella nostra provincia, danni e carenze evidenti e che sono sotto gli occhi di tutti. Il responsabile di tutto questo è uno solo: il Partito Democratico, che da interi decenni ha governato la sanità regionale e provinciale».

«Il primo atto ufficiale deliberato dal Consiglio Regionale appena insediato e che ha visto, tra l’altro, il sottoscritto come suo promotore è stata proprio la revoca della delibera voluta dal Pd che cancellava gli ospedali di Ascoli e San Benedetto – ribadisce Antonini – il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini hanno presentato un documento dove si parla esclusivamente di plessi ed edifici ospedalieri da realizzare. Non c’è la minima traccia di investimenti su reparti, unità operative o sul personale medico, perché saranno argomenti che verranno trattati col territorio in pieno equilibrio tra i due ospedali di Ascoli e San Benedetto».

«A tal proposito è indubbio che, ad oggi, il “Madonna del Soccorso” abbia maggiori necessità del “Mazzoni” di interventi strutturali, a partire dalla volumetria -prosegue-. Esigenze che abbiamo sempre rimarcato più volte perché oggettive. E si potrà discutere se costruire un nuovo ospedale con gli ingenti costi da sostenere connessi oppure intervenire sull’esistente struttura utilizzando anche i fondi del Pnnr che, come dichiarato dal sottosegretario Andrea Costa nella sua recente visita a San Benedetto, sono previsti solo per le ristrutturazioni degli ospedali esistenti e non per presidi ex novo: così facendo si potrebbero utilizzare le risorse risparmiate per intervenire sulla qualità e la quantità dei reparti e delle attrezzature, aspetti che, sono certo, interesseranno più dell’aspetto estetico al cittadino sambenedettese».

«In ogni caso le decisioni su quale strada percorrere, tra un ammodernamento e una nuova struttura ospedaliera, verranno prese nel momento opportuno e sempre di concerto con il territorio -è la conclusione di Antonini-. Un miglioramento nel suo complesso, s’intende, in grado di non coinvolgere solo gli ospedali, ma tutti i bisogni del territorio. E San Benedetto vedrà dal canto suo un tanto atteso intervento rinnovatore delle sue strutture oramai vetuste. Il tutto per buona pace del Partito Democratico, da sempre nemico del Piceno. A partire proprio dalla politica sulla sanità».

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