di Monia Orazi
«Se vogliamo mantenere il ritmo di 25 progetti approvati al giorno dobbiamo aumentare la capacità di ricostruzione, va aumentata la platea delle imprese e dei professionisti che lavorano alla ricostruzione. Dai territori ci viene detto che le imprese non ci sono più, i prezzi sono aumentati, se vogliamo mantenere questo ritmo dobbiamo aumentare la capacità di ricostruzione. Lancio un appello: venite a lavorare professionisti e imprese nel centro Italia, è un messaggio di fiducia, vi potete fidare dei tempi di erogazione delle risorse, di una governance ben strutturata».
A parlare è Giovanni Legnini, commissario straordinario alla ricostruzione, che oggi in conferenza stampa ha presentato il rapporto sulla ricostruzione 2021, fornendo numeri dettagliati di una macchina ormai lanciata a pieno ritmo con gli uffici speciali ricostruzione che ormai approvano ben 750 progetti al mese. Su quanto ci vorrà a ricostruire ha detto il commissario: «Se manteniamo il ritmo dell’ultimo anno, la ricostruzione sarà abbastanza rapida, nei prossimi anni si potrà vedere il grosso delle abitazioni ricostruite. In Friuli ci vollero 15 anni, in Irpinia 40. Se invece questo ritmo rallenterà non dipenderà da noi, ma dalla capacità realizzativa in campo».
Ha aggiunto il commissario straordinario: «Tra i professionisti quelli che hanno ricevuto almeno un incarico sono 7 mila, le imprese che lavorano sono 2.659 con un cantiere aperto, siamo affinchè le imprese ed i professionisti di questi territori abbiano la priorità, ci auguriamo che possano tutti lavorare ma occorre ampliare la platea, se vogliamo ricostruire in tempi ragionevoli ci vogliono più imprese, perché le sfide che abbiamo di fronte sono molto impegnative».
SEIMILA PROGETTI APPROVATI – Sono salite del 60% nell’ultimo anno le domande presentate, sono 10.000 i progetti finanziati in tutto il cratere, 6.549 nelle Marche (erano 3.604 solo un anno fa). Le oltre 10.000 richieste accolte, con la concessione del contributo, riguardano circa 25.000 abitazioni, di cui 16.503 nelle Marche, con 8.700 famiglie tornate a casa. In tutta la regione ci sono 45.000 edifici danneggiati, di cui 30.220 con danni gravi. Le domande presentate pari a 11.464 in un anno sono salite del 36 per cento, quelle finanziate dell’82% riguardano per la metà i danni lievi, il 13% i danni gravi.
I COMUNI PIU’ LENTI E VELOCI – Nelle Marche ci sono ancora oltre 4.000 pratiche degli anni scorsi in giacenza: ne risultano ancora 115 presentate nel 2017, 529 nel 2018, 1.383 nel 2019, 2.400 nel 2020. Nel Maceratese la ricostruzione procede molto velocemente a Esanatoglia e a Fiastra, con oltre l’80% delle domande di danno lieve presentate. Nei comuni che hanno avviato i piani attuativi, come Castelsantangelo la ricostruzione è appena avviata. Tra i comuni dove si procede più a rilento ci sono Ussita, Muccia, Bolognola, Visso (tutti e cinque nell’elenco di quelli più danneggiati), Gualdo e Treia.
I Comuni dove si registrano i maggiori contributi per la ricostruzione privata, in termini di valore assoluto, sono Tolentino, con 233 milioni di euro concessi al primo posto nel cratere, San Severino, con 113 milioni, Camerino con 102 milioni, Macerata con 61, San Ginesio con 59 milioni autorizzati. A Macerata città sono state presentate 246 domande per i danni lievi, 76 per i danni gravi pari rispettivamente al 52 per cento ed al 13 per cento, del totale degli edifici danneggiati. I dati dei centri più colpiti segnalano che molto lavoro c’è ancora da fare.
Ha commentato Legnini: «Ci sono segnali positivi ma c’è molto da fare, il modo migliore per onorare la memoria dei morti e rispettare le sofferenze delle persone è ricostruire e farlo in sicurezza, per gli edifici ed i territori. A seguito di molteplici interventi, abbiamo procedure efficaci che funzionano, i dati lo provano. Abbiamo un quadro di risorse finanziarie senza precedenti, abbiamo la possibilità di aggiungere il superbonus del 110 per cento, che rende la possibilità di ricostruire particolarmente vantaggiosa».
LA RICOSTRUZIONE PUBBLICA – Le opere pubbliche finanziate dalle ordinanze, comprese le chiese, le scuole e gli interventi sui dissesti, sono oltre 2.600. In questi sei mesi sono stati sbloccati circa mille interventi. I cantieri al lavoro erano 169, quelli ultimati 251. Nel 2021 hanno visto la luce le 25 Ordinanze Speciali per la ricostruzione dei borghi più distrutti, che danno attuazione ai poteri in deroga concessi al Commissario, e si sono concretizzate le prime iniziative per lo sviluppo economico. Riguardo alla ricostruzione pubblica Legnini ha spiegato: «La ricostruzione pubblica è più lenta di quella privata, si avvarrà degli effetti delle ordinanze in deroga, emanate da poco tempo, sono attualmente 25 per fornire ai comuni più distrutti ed alle situazioni maggiormente complesse le procedure che permettono di far decollare la ricostruzione. I cittadini hanno avanzato domande di contributo per 5,3 miliardi di euro, avremo bisogno di nuovi stanziamenti, sulle opere pubbliche con l’ultimo bilancio è stato stanziato un altro miliardo circa.
Sarà varato entro l’anno un nuovo programma per le opere pubbliche, un nuovo programma per le chiese ed ordinanze speciali». Infine un accenno al grande lavoro della struttura commissariale: all’apposito sportello i cittadini hanno inviato 2.274 quesiti, a 2.225 è stato risposto in media con sette giorni di attesa.
Al termine dell’incontro, a cui sono intervenuti molti sindaci in teleconferenza, è intervenuto l’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli: «Condivido con Legnini l’esigenza di mantenere questo ritmo. In questo anniversario ci sono segnali di rilancio evidenti della ricostruzione, auspico che il parlamento mantenga alta l’attenzione su questa tragedia, in modo che non vada disperso il lavoro fatto insieme. Restano i nodi del rimborso dell’Iva alle attività ricettive ed agricole, il tema della stabilizzazione del personale, fondamentali per i risultati ottenuti grazie a tutta la filiera istituzionale coinvolta, con una governance multilivello».
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