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Afghanistan, l’impegno della ginecologa
ascolana Raffaela Baiocchi

ASCOLI - E' di Porta Cappuccina ed ha studiato Medicina in Ancona. Lavora nel centro di Maternità dell'ospedale di Anabah, realizzato nel 2003 dall'organizzazione umanitaria Emergency
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Raffaela Baiocchi nel centro Maternità di Anabah

 

Medico, 48 anni, ascolana: Raffaela Baiocchi è un’altra italiana impegnata in prima linea in Afghanistan. E’ una ginecologa del centro Maternità dell’ospedale di Anabah, realizzato nel 2003 dall’organizzazione umanitaria Emergency, accanto ad uno di Chirurgia che esisteva già.

Il nome della dottoressa Baiocchi ha titolo per risuonare in questi giorni, come quello di Tommaso Claudi, altro marchigiano che reso onore al suo territorio d’origine: è stato l’ultimo funzionario dell’Ambasciata italiana a Kabul a lasciare il Paese. 

Raffaela Baiocchi è nata e cresciuta ad Ascoli, nel quartiere di Porta Cappuccina, dove sono ancora i suoi familiari. Dopo il liceo scientifico “Orsini”, gli studi di Medicina ad Ancona, esperienze lavorative al nord Italia poi la scelta di andare in Afghanistan, tra le file dell’organizzazione fondata da Gino Strada, scomparso recentemente.

Il prezioso centro, attivato da Emergency nella Valle del Panshir, zona non ancora in mano ai talebani ma dove la paura è tanta, è rivolto alle donne: ne ha assistite oltre 420.000 e fatto nascere 65.000 bimbi.

E l’unico ospedale specializzato e gratuito nel territorio. E punto di riferimento, non solo nel Panshir, per i parti che presentano complicanze, ma anche per cure prenatali di non facile accesso nelle altre strutture sanitarie del Paese Tra i servizi erogati anche un trasporto, pure gratuito h24, per le donne in travaglio o con complicanze.

Nel 2016 il centro Maternità è stato ampliato ed ora ha 56 posti letto per donne e 44 per bimbi. Le visite si attestano su una media di 650 al mese. Le due sale operatorie sono attrezzate anche per le emergenze.

Tra le donne assistite dalla struttura dove lavora la dottoressa Baiocchi, in tante percorrono ore di viaggio, spesso con mezzi di fortuna, attraversando paesi per nulla sicuri, anche prima degli episodi degli ultimi giorni.

L’impegno nei confronto delle donne afgane del centro Maternità non termina con l’assistenza medica: nel reparto di Emergency lavorano oltre 40 donne ed è anche un polo formativo per infermiere, ostetriche e dottoresse, riconosciuto ministero Sanità ed Educazione.

 


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