di Maria Nerina Galiè
Operatori sanitari non vaccinati nel Piceno: in tanti hanno cambiato idea. Qualcuno però ha diffidato l’Asur. Altri hanno il certificato medico che li esenta
Erano oltre 1.000 nella provincia di Ascoli, tra medici, infermieri e oss, nel mirino di chi è stato chiamato all’applicazione del dl 44. A questi si sono aggiunti colleghi che risiedono in altre regioni ma lavorano in strutture pubbliche o private della provincia di Ascoli.
I loro nomi sono stati segnalati dall’Asur Marche, al Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5 che, a sua volta, ha informato sia i datori di lavoro che gli Ordini professionali a cui appartengono. Ai diretti interessati sono state mandate invece raccomandate con richiesta di integrazione di documentazione e ripetuti inviti alla vaccinazione.
«E in molti, in effetti, si sono vaccinati nel frattempo»: lo dice il dottor Claudio Angelini, direttore del Sisp, che ha dovuto gestire i nominativi.
«Posso dire che, nel Piceno, gli Ordini professionali, soprattutto quello dei Medici, si sono mossi molto bene – ha commentato il dottor Angelini – dando una corretta interpretazione della norma: i sanitari non vaccinati sono stati subito sospesi. La misura è stata poi revocata a seguito della documentazione di avvenuta vaccinazione, dove questa è avvenuta».
Per quanto riguarda i datori di lavoro, devono sospendere coloro che continuano nell’intenzione di non vaccinarsi e non si possono adibire ad altre mansioni. Tra i dipendenti dell’Area Vasta 5, si sono sottoposti alla prima dose di farmaco un medico ed un infermiere. Delle 7 posizioni che la commissione, appositamente istituita, ha dovuto valutare, la sospensione c’è stata per solo due infermieri.
«C’è anche il caso – continua il direttore del Sisp – degli operatori sanitari che hanno presentato il certificato medico di esonero dalla vaccinazione o di differimento, cioè che devono farlo in seguito per motivi clinici. In questo caso si applica la stessa regola del rilascio del green pass: fino al 30 settembre non sono soggetti a nessun obbligo».
Le diffide?
«Si, tra gli infermieri soprattutto, qualcuno le ha inviate, appellandosi alla violazione della privacy. La pratica è ora in mano all’ufficio legale dell’Asur. Altri hanno inviato mail con ulteriori richieste di informazioni. Le abbiamo date così come tutti i link dove andarsi a cercare la normativa di riferimento».
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