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Dardust sul palco del Primo Maggio
Poi il disco nel tempio del Beatles

ASCOLI - Il musicista Dario Faini sarà uno dei protagonisti dell'evento live di piazza San Giovanni. La performance, impreziosita dalla presenza di Joan Thiele e di una rappresentanza di tamburini della Quintana, sarà anticipata dall'uscita del nuovo singolo, registrato insieme al resto nel disco nei mitici studi londinesi di Abbey Road
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Dardust durante un concerto

di Luca Capponi 

Il palco del concertone del Primo Maggio lo attende. Poi il super live in Turchia, a Istanbul, nel rinomatissimo Jazz Festival. Prima però l’uscita del singolo che anticipa il nuovo album, registrato nei mitici studi londinesi di Abbey Road, il tempio che fu dei Beatles. Per Dardust, nome d’arte del musicista ascolano Dario Faini, sarà un 2018 di livello. Lo si era intuito a febbraio, quando un suo brano passò in diretta nientemeno che al Super Bowl per pubblicizzare lo spot della Hyundai. Se ne ha la conferma ora, con un’agenda di appuntamenti mica male.

Si comincia col classico romano di piazza San Giovanni, dove il Nostro salirà per la prima volta in assoluto. «Si tratta dell’evento live di punta di quest’anno insieme al concerto in Turchia dell’11 maggio. -conferma Faini- In quei dieci minuti dovrò trasmettere tutto il meglio di questi tre anni di Dardust, quindi ci sarà una sorta di medley e nel finale salirà sul palco Joan Thiele, secondo me la voce italiana più internazionale che c’è adesso. Tra l’altro lei ha un percorso musicale simile al mio, fatta di ricerca un po’ esotica, di posti, scenari e immaginari diversi, insomma un binomio perfetto. Ci saranno anche sei tamburini della Quintana che porterò da Ascoli per fare una cosa di impatto, credo che sarà una performance unica, non vedo l’ora».
Qualche giorno prima uscirà il singolo che farà da traino al terzo album di Dardust, la cui uscita è prevista per ottobre. Entrambi i titoli sono però top secret. Il resto è lo stesso Faini ad anticiparlo: «Sono già stato a Londra e ci tornerò, registreremo agli Abbey l’ultimo capitolo della trilogia iniziata con “7” (2015) e proseguita con “Birth” (2016); sarà una sorta riassunto dei primi due dischi ma allo stesso tempo segnerà un passo in avanti. A livello di mood, credo sia molto più vicino a “7” che a “Birth”. Sono molto contento perché sto curando tutto nel minimo dettaglio e in ogni sua sfumatura, ascoltando il singolo si capirà».


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